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Mougins: il borgo di Picasso e delle stelle gastronomiche in Provenza

Costa Azzurra = Cannes, festival, cinema e croisette.

L’equivalenza è da sola un grande luogo comune radicato in chi non conosce questa litoranea porzione della Francia e, di rimando, tutto ciò che ne arricchisce la scintillante veste. Siamo in Provenza, territorio pervaso dall’inconfondibile profumo di lavanda, dall’eterno orgasmo generato dall’incontro fra mare e campagna e da tutti quei punti G che fanno indiretta rima semantica con “villaggi”.

Nell’alveo transalpino i borghi brulicano di incanti fomentati dal passato. Ebbene, a Mougins l’aria è ancora quella che in tempi non sospetti respirava il geniale Pablo Picasso, vessillo d’orgoglio artistico di cui ambiscono fregiarsi i 18.000 abitanti del paese.

Qui, a una manciata di chilometri da Nizza e, appunto, Cannes, l’armonia di architetture, perle naturalistiche e arte ha saputo incantare l’immortale pittore spagnolo che, nel lontano 1936, andò a soggiornare all’hotel Le Vaste Horizon su Rue des Isnardons.

Atelier e gallerie d’arte sulla scia di Pablo Picasso

L’allora sconosciuto autore della Guernica (che venne realizzato l’anno successivo, il 1937) vi passò diversi giorni e altrettante notti. Durante una di esse, in preda a un’insonnia fastidiosa, dipinse sul muro della camera alcuni schizzi che il proprietario della struttura impose di rimuovere. Se solo avesse saputo…

Il rimprovero non inimicò il buon Pablo. Anziché cercare migliore ospitalità, fece ritorno a Mougins nel 1958 per restarci fino al 1973, anno della sua morte. Nell’arco di quei tre lustri, il padre del cubismo espanse la propria creatività dipingendo alacremente fra le mura del suo studio, collocato nelle vicinanze della Cappella Notre-Dame-de-Vie che, insieme alla medievale Parrocchiale di Saint-Jacques-le-Majeur (la si riconosce dal campanile con orologio), va a formare uno splendido dittico ecclesiale.

Si può a ragione affermare che fu il primo di tanti ateliers e gallerie d’arte ora presenti nel cuore del borgo, ulteriormente impreziosito dal MACM – Museo di Arte Classica di Mougins. Alcuni giovani talenti locali usano esporre le proprie opere al Lavatoio.

Le attrattive del borgo

Questa località rappresenta un dolce reticolato di vicoletti e stradine irraggianti l’intero abitato a partire dalla Piazza del Comandante Lamy, contraddistinta dalla fontana datata 1894 che nel occupa il centro. Il villaggio è piccolo e composito, un puzzle di gradevoli attrattive aderenti al concetto di turismo lento. Tranquillità e calma sono i migliori approcci per una visita camminando senza pensieri lungo Rue du Badier, fino a raggiungere la casa museo di Maurice Gottlob.

Imboccando Rue Maréchal Foch si arriva al caratteristico Museo di Storia Locale, oppure proseguendo ci si imbatte nel fascino della statua di Saint-Jacques-le-Majeur e nell’aspetto pulito della Piazza del Tenente Isnard, laddove prendevano posto gli alambicchi per distillare l’Aîgue ardent.

L’impianto urbanistico medievale di Mougins si evince dalla presenza dell’unica porta del villaggio rimasta, ovverosia Porta Sarrazine situata nella Piazzetta della Chiesa. Ed è esattamente al basamento dell’ingresso che sorge il Museo della Fotografia di Andrè Villers, contenitore di macchine fotografiche curiose e scatti testimonianti spaccati di vita nel corso del ‘900.

La Rue des Orfèvres collima con la via degli artigiani, le cui creazioni si sommano ai curatissimi giardini floreali, ai balconi decorati delle case e agli scorci esaltati dalle variopinte pangee di lavande, buganville e piante piene di vita. È molto probabile che questo abito di bellezza fosse indossato da Mougins già all’epoca di Napoleone Bonaparte (pare che anche il condottiero transalpino transitò dal paese) e contemplato successivamente da personalità quali Edith Piaf, François Hollande e Jean Cocteau.

Hotel e ristoranti a Mougins

Il villaggio si è trasformato nel tempo in un luogo di esemplare ricettività, rimanendo però umile, ancorato a una semplicità che non si può comprare. Al contempo ha approntato un sofisticato parterre di ristoranti, da Au Rendez Vous de Mougins a Le Bistrot, ex scuderia di cavalli fiancheggiante un vecchio frantoio divenuto abitazione nel 1918.

Ancor più prestigiosi come locali in cui gustare la tipica cucina francese Le Manoir de l’Etang (XIX secolo) e Le Moulin de Mougins fondato dal celebre chef Roger Vergé.

Les Etoiles de Mougins

È a lui che ogni anno dal 2006 rende omaggio la kermesse Les Etoiles de Mougins – Festival International de la Gastronomie, giunto nel 2024 alla sua 15a edizione. Oltre un centinaio di chef stellati provenienti da tutto il mondo si ritrovano in un consesso culinario fatto di esibizioni en plein air, convegni, masterclass e confronti con il pubblico. Questo festival ha contribuito a rendere Mougins la Capitale della Gastronomia e delle Arti di Vivere entro il contesto nazionale.

Un’occasione per scoprire l’enorme potenziale di accoglienza di un borgo che si comporta da cerimoniere esperto riservando agli avventori un’hotellerie impeccabile: si va dal quattro stelle Les Mas du Grand Vallon – Hotel e Golf Resort a Le Mas Candille – Hotel, Restaurant, Spa. La struttura pentastellata, inscritta nel circuito Relais & Chateau, è dotata di esclusivo ristorante interno, La Pergola, che offre la possibilità di pranzare e cenare in tavoli a bordo piscina.

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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