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Richard West Memorial Gallery: la pinacoteca dedicata al pittore che amava Alassio

Qual è l’odore dell’arte che sopravvive al tempo? Beh, non ne esiste uno soltanto e, nella percezione comunque soggettiva, tutte le principali declinazioni profumano di legno, di pagine inchiostrate, di livree un po’ impolverate, di aria contenuta in uno scrigno, la cui funzione è mantenere un equilibrio microclimatico all’interno di una dimensione esclusiva, un enclave.

Insomma, l’odore della materia plasmata dalla bellezza si concentra in particolare in un luogo che ad Alassio (SV) non ha il favore delle visite massive né l’ambizione primaria del turista di passaggio, pur meritandosi un’attenzione che dovrebbe essere l’estensione della comune curiosità.

Stiamo parlando della Richard West Memorial Gallery ubicata in Viale Hanbury, piccola ma significativa roccaforte culturale – disegnata dall’architetto londinese W.D. Caroe e inaugurata nel 1907 – che ospita anche la English Library – Biblioteca inglese per il Fondo Librario Anglosassone, coacervo di ca. 15 mila volumi stampati nel periodo compreso fra il 1850 e il 1930.

Emerge così l’idea di un binomio perfetto costituito da libri e quadri. Sì, qui ci sono in primis dei dipinti, per la precisione 76 opere pittoriche esposte in un unica sala, realizzate da colui al quale la galleria è stata intitolata, ovvero Richard West, personalità eccentrica, fuori dagli schemi e originalissima.

Richard West, pittore eccentrico e innamorato… di Alassio

All’anagrafe Richard Whateley West, questo signorotto irlandese (classe 1848) originario di Dublino si innamorò di Alassio al punto da viverci per quasi un ventennio, dal 1888 fino all’anno della sua morte, il 1905. Nell’indicato lasso di tempo trovò l’ispirazione per immortalare nelle proprie tele numerosi scorci ed elementi paesaggistici.

La quasi totalità degli aristocratici britannici privilegiava all’epoca il soggiorno in collina, appartata e tranquilla, lui invece andò nettamente controcorrente preferendo la vicinanza al mare e alla spiaggia, laddove trascorreva lunghe porzioni di giornata tanto in estate quanto in inverno. La sua casa-atelier era l’ideale, insieme a intense biciclettate, per coniugare piacere e lavoro, relax e passione per i pennelli.

Vi nacquero dipinti il cui valore si lega non solamente alla loro blasonata fattura, ma anche e soprattutto alla trasformazione di Alassio tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, della quale le tele si fecero limpide testimoni sintetizzando gli ultimi moti romantici e i primi acuti vagiti avanguardisti echeggianti in tutta la riviera ligure.

Ai cambiamenti del territorio contribuirono nobili famiglie come i Gibb, i MacMurdo e gli Hanbury, che fecero costruire ville eleganti e diverse strutture, tra queste l’Hanbury Tennis Club, la Chiesa anglicana e la biblioteca inglese. La pinacoteca Richard West è frutto della volontà di amici ed estimatori di ricordare l’artista custodendone le 180 opere fino allo scoppio del Secondo Conflitto Mondiale.

Rimasta aperta al pubblico fino al 1935, la Richard West Memorial Gallery dovette chiudere per motivi di salvaguardia e i quadri vennero trasferiti nella casa di Kathleen, figlia di Richard, che negli anni ’60 decise con esemplare generosità di donare 76 opere del padre (tra di esse un autoritratto), un lascito semplicemente straordinario affidato alle cure restaurative di Luciano Lanati, anch’egli pittore, scomparso nel 2019.

I dipinti

West non seguì mai lo stile impressionista, insistendo piuttosto su un realismo pittorico utile a conferire la massima fedeltà a ciò che i suoi occhi vedevano e contemplavano, le barche arenate dei pescatori, gli alberi frondosi, gli edifici storici e, naturalmente, la spiaggia in tutta la sua raffinata maestosità naturalistica. Quella che, di fatto, lo conquistò già nel 1885 durante la prima visita ad Alassio.

La Pinacoteca è aperta al pubblico il sabato con orario invernale 15,00 – 18,00 (da ottobre a marzo) e con orario estivo 16,00 – 19,00 (da aprile a settembre). Possibilità di visite guidate.

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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