cinta muraria treia
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Treia: è da cinema uno dei borghi più belli d’Italia

centro storico treiaUn centro storico rimasto sostanzialmente immutato nel tempo e conservato alla stregua di un prezioso Fabergé, tradizioni che viaggiano su e giù per le strade ricordandoci origini antiche, quotidianità paesana, scorci che paiono pitture a olio col dinamismo intangibile del sogno a occhi aperti. Non è un fantomatico idillio ma Treia, cuore silenzioso fatto di mattoni caldo ocra e ciottoli, di pietra e sudore, d’incanto e colori.

Questo e altri infiniti pregi ne hanno fomentato l’iscrizione nella prestigiosa lista dei Borghi più belli d’Italia, titolo acquisito per meriti manifesti. Sarebbe in effetti molto strano il contrario, data la monumentalità delle sue mura, l’imponenza delle sue sette porte, la riservatezza intrigante con la quale accoglie il visitatore.

Un borgo da cinema

Vi si trovasse a passare un qualunque regista cinematografico, avrebbe immediatamente la pulsione di unire gli indici ai pollici a formare la cornice di un’inquadratura, e così facendo contenervi un’impressione spaziale, un angolo, un panorama. Con le giuste contingenze, un ciak qui sarebbe assicurato considerati gli sfondi idonei all’obiettivo della cinepresa.

Da sola, Treia si presta a essere una scenografia perfetta, un set esteso in cui poter girare pellicole storiche e avventurose, finanche romantiche. Ma c’è di più di un semplice lirismo descrittivo, un portfolio di racconti da narrare, edifici da ammirare, una storia da conoscere, tante vite da vivere in uno stesso luogo d’eccezione.

Tutto quello che andrete a leggere non è frutto di penna incensatoria ma di esperienziale “presa diretta”.

Treia da scoprire

Nel tessuto territoriale delle Marche – spalmato su morbide colline, appezzamenti variopinti, filari a perdita d’occhio e boscaglie mai disordinate – Treia rappresenta in provincia di Macerata un caso certamente a parte, bomboniera arroccata su un docile rilievo a 342 metri s.l.m.

La sua storia

cinta muraria treiaLa sua storia ha inizio con la fondazione di un insediamento romano andato distrutto in seguito alle invasioni barbariche, Trea.

Il suo dissolvimento funse da lezione all’abitato che sorse in epoca medievale in posizione più alta e fortificata. Si dotò il borgo – allora chiamato Montecchio – di una possente cinta muraria a sette ingressi, di modo che fosse sicura, adagiata sul crinale collinare con i suoi nascenti tesori, la sua arte e la sua crescente cultura.

Fu Pio VI nel 1790 a restituire a Treia il suo legittimo nome conferendole tramite la bolla “Emixum animi nostri stadium” il titolo di Città, sebbene oggi l’esigua dote di appena 9.000 abitanti rende più appropriata l’etichetta di paese, ben più lusinghiera e accattivante. Ad accorgersene per prima la scrittrice Dolores Prato, che vi ambientò il romanzo “Giù la piazza non c’è nessuno“, pubblicato dalla Mondadori nel 1977.

Piazza della Repubblica: un balcone su un panorama sconfinato

piazza della repubblica treiaCome detto, Treia dispone di uno splendido centro storico che vede il proprio punto focale nella Piazza della Repubblica, laddove dominano una fontana il cui scorrere dell’acqua echeggia imperterrito fra le strette vie e il busto del poc’anzi citato Pontefice Pio VI. Immaginatevi un enorme balcone (come evincibile dalle innumerevoli fotografie e cartoline che lo immortalano) la cui balaustra in pietra settecentesca – opera di Andrea Vici (allievo del Vanvitelli) – affaccia su un panorama sconfinato e sul quale a loro volta sfoggiano i loro prospetti i più importanti edifici pubblici e religiosi.

Su un lato s’erge infatti maestoso il Palazzo Comunale e il suo porticato, inclusivo della Pinacoteca Comunale presente nella Sala del Consiglio e prolungata nella Sala degli Stemmi fino a interessare i restanti locali del piano nobile.

teatro di treiaGli fanno compagnia la Chiesa di San Filippo, custode di un Crocifisso risalente al ‘200, e l’edificio dell’Accademia Georgica progettato da Giuseppe Valadier per ospitare le attività della quattrocentesca Accademia dei Sollevati. Poteva mancare poi il Teatro Comunale? In Piazza Arcangeli ne esiste uno molto grazioso, il Teatro Condominiale, stuccato e dipinto secondo le arie stilistiche in voga fra il 1805 e il 1817, periodo in cui si assiste alla sua costruzione.

In questo consesso di monumenti svetta il Duomo, alias Concattedrale della Santissima Annunziata, rifacimento del XIX secolo impreziosito però dal campanile sopravvissuto all’impianto originale del XII secolo. L’interno è strutturato a croce greca su tre navate intervallate da colonne corinzie e pilastri. Dotata di cripta, l’aula principale appare luminosa e coerente, mentre la sacrestia riserva la visione dell’Apparizione della Madonna a Corrado da Offida realizzata da Giacomo da Recanati.

Altri edifici del centro storico e le mura perimetrali

museo archeologico treiaNon meno degne di nota la Chiesa di San Filippo Neri e la Chiesa di Santa Chiara (riconoscibile per la torre campanaria dall’aspetto orientaleggiante) in stile barocco che serba una statua della Madonna di Loreto in legno di cedro del Libano, la cui fattura è attribuita addirittura a San Luca.

Altrettanto affascinante la Chiesa di San Michele, esempio di architettura romanica mista al gotico. Il Museo archeologico si trova allestito nell’area conventuale della Chiesa di San Francesco e raccoglie diversi reperti storici, specialmente quelli egizi di epoca tolemaica.

Di Treia si devono ovviamente contemplare le mura contraddistinte da porte antiche (la Porta Vallesacco vide nel 1263 trionfare i difensori del Cassero sull’invasore Corrado d’Antiochia, catturato con estrema furbizia scongiurando l’assedio di Treia, scena questa riprodotta da Silverio Copparoni sul sipario del Teatro Condominiale) ed elevazioni come la Torre dell’Oglavina (o di San Marco) dalla cui sommità si scorgono chiaramente sia i Sibillini che i monti abruzzesi.

Il Santuario del Santissimo Crocifisso e Villa La Quiete

villa la quietePoco al di là del perimetro cittadino, in località San Lorenzo, ecco palesarsi il Santuario del Santissimo Crocifisso, progettato da Cesare Bazzani e che deve il nome al quattrocentesco Crocifisso ligneo. Secondo alcuni fu scolpito da un angelo. L’edificio reca diverse tracce della Trea romana, un mosaico con ibis e resti dell’antica pieve discendente dal tempio di Iside.

Il circondario è tempestato di particolari residenze nobiliari e fra di esse val la pena visitare presso contrada San Marco Vecchio Villa La Quiete (o Villa Spada), una ricostruzione datata 1815 portata a compimento dall’onnipresente Valadier. Di postura architettonica principesca, è un complesso costituito dal nucleo centrale, parco, terrazza belvedere, casa del custode, scuderia e tempietto neogotico progettato da Luigi Poletti.

Una dimora storica molto scenografica, introdotta da un lungo viale e da una scalinata trapezoidale. Dapprima destinata a cadere lentamente in rovina, è stata poi acquistata e recuperata dal Comune di Treia in virtù del diritto di prelazione.

La Disfida del Bracciale

Torniamo in fretta dentro le mura a calcare le zone utilizzate tuttora per inscenare la folkloristica Disfida del Bracciale, un appuntamento che nessun treiese intende perdersi ad agosto. La manifestazione consta di un torneo in cui le squadre dei vari quartieri si cimentano nel gioco del Pallone con il Bracciale, in auge soprattutto nel Medioevo. Campione assoluto di questo sport il celebre Carlo Didimi, talmente insuperabile in abilità, agilità e destrezza da diventare una leggenda locale.

Le sue gesta vengono rievocate al Museo del Gioco del Pallone con il Bracciale, che annovera trofei, cimeli, vecchie fotografie, tenute da competizione e tanto materiale cartaceo da consultare. Per farvi un’idea di come funziona tale sport, potete guardare questo video di presentazione degli strumenti e delle fasi di gioco.

Principali eventi e manifestazioni del paese

L’evento viene anticipato nel mese di maggio (precisamente il terzo fine settimana) dalla Sagra del Calcione e del Raviolo, dedicata a una ghiotta specialità autoctona. vincisgrassiIl Calcione conquista subito il palato grazie a un ibrido sapore dolce-salato: si tratta in breve di un disco di pasta sfoglia farcito con uova, pecorino, zucchero e olio. L’enogastronomia treiese mette inoltre sul piatto altre prelibatezze, dal vincisgrassi al ciauscolo, fino alla polenta di granoturco Quarantino di Treia, il tutto innaffiato da vini bianchi e rossi, dal Verdicchio alla Vernaccia di Serrapetrona.

Il calendario festaiolo del paese si infittisce disseminando aggregazione tutto l’anno. I tradizionali fagioli con le cotiche si gustano durante la Fiera di Capodanno del 2 gennaio, cui seguono il Carnevale passotreiese con sfilata di carri allegorici, la Fiera di Sant’Ubaldo e Sagra dell’oca arrosto a fine maggio, la Festa della Trebbiatura e Sagra del maialino alla brace il terzo weekend di luglio.

La Sagra della Polenta il terzo fine settimana di settembre chiude le kermesse culinarie. Sacro appuntamento la processione del Cristo Morto nel Venerdì Santo. Il Natale si celebra con il bel Presepe Vivente.

Strutture ricettive e ristorazione

Il paese rappresenta un luogo esclusivo, fuori dagli usuali circuiti del turismo di massa. Un bene per tutti coloro che ambiscono alla vacanza slow tenendosi a dovuta distanza dalla ressa. Poche dunque, le strutture ricettive, ma di qualità. In pieno centro storico ha sede l’Hotel Grimaldi, un tre stelle tranquillo e con personale gentile collocato di fronte al bar pasticceria Le Delizie del Forno, nonché a due passi dalla Pro Loco.

country house vicino treiaBisogna leggermente allontanarsi verso le contrade limitrofe per trovare strutture in cui poter soggiornare. In questo caso la scelta è diversificata. Da segnalare l’esperienza nelle Country Houses immerse nella natura campestre ma corredate di ottimi servizi, vedasi Il Roccolo di Valcerasa, Il Villino in contrada San Carlo e Oh! Outdoor Hostel San Lorenzo, un’impresa giovanile incanalata sul sistema delle camerate dedicate agli escursionisti e appassionati di mountain bike.

In merito all’offerta ristorativa, nel centro cittadino consigliamo di mangiare all’Antica Fornace, la cui proposta nel menù alterna piatti tradizionali e portate d’ispirazione moderna. In più è anche pizzeria.

Unica nota dolente: le troppe automobili in circolazione fra le viuzze destabilizzano un po’, senza tuttavia inficiare la complessiva bellezza dell’unicum. Treia rimane una fulgida perla delle Marche, capace di stupire in ogni occasione e in qualunque stagione.

Come arrivare

La stazione ferroviaria più vicina è quella di Civitanova Marche, mentre l’aeroporto si trova ad Ancona e dista 54 km circa.

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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