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- Birra, una questione di stile, Food Experience

Nella Riegele Hefe Weisse il piacere e la filosofia di un birrificio tedesco di 28a generazione

etichetta riegeleLa Riegele Hefe Weisse ribadisce per l’ennesima volta il ruolo di primissimo piano delle birre tedesche nella missione di educazione delle masse al prodotto brassicolo di qualità. “Non bere tanto ma bere bene” è il concetto alla base e non ci si stanca mai di sottolinearlo. È soprattutto grazie a etichette come questa che in Italia sta maturando notevolmente l’idea genuina di birra artigianale.

E se ci si deve approcciare alla birra di frumento, la Riegele Hefe Weisse rappresenta certamente il punto focale da cui iniziare per apprezzarne lo stile. Proprio come ho fatto io già parecchi anni fa, scoprendo una delle referenze di punta di un birrificio dalla storia secolare.

Weisse, piacere di fare la tua conoscenza!

riegele hefe weisseMi trovavo in una delle migliori pizzerie di Sant’Ambrogio di Torino, la mitica Totò e Macario. Mi siedo, ordino una bella margherita con bufala campana e poco prima arriva lei, una weisse fieramente teutone spillata e mesciata alla perfezione come vuole la tradizione germanica, in tre tempi, servita a 7°C. Che dire: piacere di fare la tua conoscenza!

La Riegele in questione – procedo il racconto adattandolo al presente universale – è una bionda non filtrata e non pastorizzata, di colore naturalmente torbido e dal tenore alcolico nella norma di categoria, 5% vol., ad alta fermentazione, maturata in bottiglia. In una scala da 1 a 10, l’amaro si ferma a 3, con i gradi Plato attestati sui 12,5°. Il cappello medioschiumoso concentra profumi delicati, il gusto esplode in bocca con la sua freschezza e fantasia più fruttata che speziata.

Questa birra incarna tutti i valori di un tempio brassicolo in attività dal 1386, situato ad Augsburg, ovvero Augusta, la città più antica della Baviera. Chi conduce il Birrificio Riegele ha guidato nel tempo una folta congrega di liberi mastrobirrai e ottempera a un lungo slogan che è poesia allo stato puro, la gioia di vivere allo stato liquido:

Noi amiamo la birra. Come bevanda. Come filosofia. La birra è un piacere. La birra è stare insieme. La birra rappresenta uno dei piaceri della vita. Sincera, autentica, non saccente. Al tempo stesso, incredibilmente varia e ricca di sfaccettature. Complessa, non complicata. La birra è un mondo a sé stante fatto di piacere, storie e miti. Chi intraprende questo viaggio per esplorare il suo mondo, verrà premiato. Ad ogni sorso.

Da queste parole si comprende il perché sia stato scelto il simbolo del cavallo impennato, bello, indomito, fiero e… libero!

La storia del birrificio Riegele

A fondare il birrificio fu alla fine del XIV secolo Hans Smid e suo figlio Johann ne raccolse l’eredità nel 1408 trasferendo la produzione a Porta Rott Turm nel Georgenstraße. Il nipote Ulrich Schmidlin opera un secondo trasferimento nel 1434 nella Bäckergasse e 3 anni dopo, la 4a generazione vede giungere al timone il birraio Hans Müller e, successivamente, Bernhard Mair, il figlio Hans, poi Hans Geyer, Bartholome Greyner e via via fino alla 14a generazione. Risale alla 15a l’indicazione del Cavallo d’Oro, vale a dire all’anno 1641.

Nel 1648 i birrai di Augusta festeggiano la fine della Guerra dei Trent’anni. Da questo momento cominciano le varie cessioni da una famiglia all’altra e sarà così per tutto il ‘700 e ‘800 finché, nel 1904, il birrificio passa al Commerzienrat Riegele che elegge una nuova sede di produzione realizzata secondo criteri moderni nella Frölichstrasse presso la stazione, luogo ideale per la refrigerazione delle cantine con grandi blocchi di ghiaccio.

Nel 1954 il pilota di aerei da caccia Pips Priller scende dalle gloriose nuvole e diventa mastro birraio della Riegele condotta dalla moglie Johanna Priller. Dal 1990 a oggi l’azienda è saldamente in mano al dr. Sebastian Priller-Riegele, campione del mondo dei sommelier della birra e ambasciatore della bevanda. L’azienda arriva così all’attuale 28a generazione e i suoi principi cardine resistono e continuano a essere promossi nel mondo!

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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