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Una cena tranquilla

Il pluripremiato American Beauty, diretto nel 1999 da Sam Mendes, punta il dito giudicante su una famiglia della middle class americana, in piena crisi e vicina al collasso. Le regole dell’unità familiare vengono qui stravolte, sovvertite e poi soppiantate dalla nevrosi esistenziale e della routine deprimente.

In uno dei momenti che dovrebbero essere sacri per una famiglia, ovvero la cena, i Burnham si abbandonano a un litigio pacato, freddo e colmo d’ansia repressa.

Un’accesa contesa verbale

Intorno a un tavolo dove spiccano candele accese e stoviglie ordinate, il capofamiglia Lester cerca di godersi il pasto. La figlia adolescente Jane sopraggiunge nella stanza con evidente ritardo, chiedendo scusa. E’ l’occasione buona per Carolyn, la madre, di informare la ragazza del licenziamento del padre.

Si origina una discussione dove alle pacate dichiarazioni di Lester replica la consorte, nevrotica e perfida nei suoi attacchi al marito. Jane assiste basita alla contesa verbale dei genitori, cercando di lasciare la tavola prima che la situazione degeneri oltre i limiti. Lester glielo impedisce con un ordine brusco e repentino, poi si alza e si avvicina a Carolyn soltanto per prendere gli asparagi chiesti invano.

L’atteggiamento dell’uomo irrita ulteriormente la donna, che torna a sfuriare inducendo un esasperato Lester a lanciare il piatto contro il muro, zittendo moglie e figlia, attonite di fronte a tale reazione. Egli riprende a mangiare, ponendo fine a una scena memorabile.

Guarda la scena.

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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