- Cinema e divano

Il Maestro

Dove vederlo: Al cinema

Titolo originale: Il Maestro

Regia: Andrea Di Stefano

Sceneggiatura: Andrea Di Stefano, Ludovica Rampoldi

Cast: Pierfrancesco Favino, Tiziano Menichelli, Paolo Briguglia, Valentina Bellè

Musiche: Bartosz Szpak

Produzione: Italia 2025

Genere: Drammatico

Durata: 125 minuti

Trailer

Pierfrancesco Favino e Tiziano Menichelli in una scena de Il Maestro
Crediti foto: Katia Zavaglia

Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia: RB Casting Award a Tiziano Menichelli

 

Trama

Felice (Tiziano Menichelli), tredicenne promessa del tennis in procinto di competere in un importante torneo nazionale, è affidato dal padre all’ex campione Raul Gatti (Pierfrancesco Favino), che in passato arrivò a giocarsi un ottavo di finale agli Internazionali d’Italia al Foro Italico.

Preparazione e allenamenti nel corso dell’estate tracciano un viaggio sia fisico che mentale, un’interazione tra due generazioni, un legame destinato ad approfondirsi sempre di più grazie a un confronto catartico, liberatorio e sincero.

Recensione

In una scena de Il Maestro, un ex tennista playboy scandisce al telefono, con tono caldo e un dolce accento napoletano, un annuncio a un’addetta alle inserzioni di un giornale. Solo grazie alla sua voce, egli eccita la donna dall’altro lato della cornetta.

Un uomo dall’eccellente sex appeal, insomma, uno che di punti deboli deve averne molto pochi – pensa lo spettatore. E invece no… ma non sveliamo. Il personaggio è raccontato ancora meglio dal suo “costume”: una felpa da tennis messa sopra un’abito da ospedale. Puro e semplice. Questo è Raul Gatti: un ex atleta con un passato turbolento di cui soffre ancora le conseguenze.

Non ci vuole molto prima che il suo destino e quello di un ragazzo di tredici anni, Felice, entrino in collisione. Felice è tutto il contrario di Raul. Se il personaggio di Favino è il George Best del tennis, l’altro è dedito alle regole, ferree, che non infrange manco per sogno. Uno va all’attacco della vita, insomma, l’altro preferisce restare in difesa. Un viaggio insieme li chiama a sconfiggere i reciproci mostri.

Al suo quarto lungometraggio, Andrea Di Stefano – altro regista italiano a occuparsi del tennis dopo Luca Guadagnino con Challengers – firma la sua opera più riuscita e convincente anche grazie all’abilità di unire più generi tra loro con assoluta naturalezza, mischiandoli tramite un’estetica nostalgica degli anni ’80 evocata sia dalle scenografie che, soprattutto, dalla colonna sonora: ogni brano è un ricordo di quell’epoca, fatta di sogni e speranze, ideali dissolti nell’indifferenza del tempo.

Sport, road movie, dramma, commedia all’italiana, film di formazione: Di Stefano scava tra gli elementi fondanti di questi generi per costruire la bellezza unica del suo film. Tiziano Menichelli – talento rivelatosi nella pellicola Denti da squalo (2023) di Davide Gentile – spalleggia alla grande un irresistibile e ipnotico Pierfrancesco Favino, che dà vita a uno dei personaggi più iconici di tutta la sua filmografia.

Compito non facile per un giovanissimo attore che deve condividere lo schermo con un gigante del cinema italiano, riuscendo nell’impresa ardua di raccontare la sua storia con verità e profonda empatia.

La sceneggiatura risale al 2006 ed è stata nel cassetto per vent’anni senza vedere la luce finché, dopo il cupo noir de L’ultima notte di Amore, Di Stefano e Favino si sono trovati per una nuova collaborazione. Favino ha trovato in quel personaggio baciato dalla vita e ugualmente maledetto da essa, la possibilità di mettere in scena un’anima che, a detta sua, “gli somiglia più di quanto non si possa immaginare”. Gatti è un mentore imperfetto, un maestro che sbaglia, perchè “siamo tutti accomunati dalla possibilità di sbagliare nella vita”.

La visione dell’uomo e della sofferenza racchiusa nei suoi sogni e nelle sue aspirazioni trova in questa pellicola una nuova possibilità espressiva, stilisticamente innovativa e ritmicamente incalzante.

Prodotto da Indiana Production, Indigo Film e Vision Distribution con Memo Film, Sky e Playtime, Il Maestro ci parla di amicizia, educazione, riscatto e crescita, e lo fa attraverso il tennis, una metafora della vita e del modo di affrontarla. Come dice anche Raul Gatti, scendi in campo da solo: sei tu contro l’altro, ed è solo grazie all’altro che puoi conoscerti e superare le difficoltà.

CINEFOCUS

Andrea Di Stefano e Pierfrancesco Favino presentano Il Maestro a Torino

Curiosità

Edwige Fenech – che nel film interpreta la contessa Scintilla – torna davanti alla macchina da presa dopo La quattordicesima domenica del tempo ordinario di Pupi Avati, uscito nelle sale nel 2023.

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Stefano Olivieri

Sono Stefano Olivieri, nato a San Benedetto del Tronto (AP) il 6 gennaio 1999 ma residente a Colonnella, in Abruzzo, sebbene attualmente viva a Roma. All'ultimo anno di liceo ho scoperto che il cinema e lo spettacolo dovevano essere la strada da percorrere. Iscrittomi a “Scritture e Produzioni dello Spettacolo e dei Media” alla Sapienza di Roma, mi sono laureato a gennaio 2024. Oggi lavoro nel cinema e coltivo, nel tempo libero, le mie altre passioni: scrittura, teatro, musica, letteratura, sport, ecc. Amo mangiare bene e i piaceri della vita.
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