Il Masso Gastaldi – altresì conosciuto come Pera Mòra in dialetto piemontese – è il più famoso masso erratico presente a Pianezza (TO) ma… non l’unico rilevato sul territorio comunale. Un altro, il Roc d’le Masche, si trova all’interno di una proprietà privata ai margini della cittadina, avvolta da una vegetazione che quasi impedisce di scorgerlo.
Ancora, vanno segnalati quelli in regione Praglia, il Masso di via Druento, il Masso della Circonvallazione e il Masso in zona Gorisa, oltre a massi di minori dimensioni sparsi per l’abitato. Trovano menzione nell’articolo I massi erratici di Pianezza redatto da Pier Luigi Castagno e contenuto a pag. 14 nel n. 43 anno 10 speciale 1986 de Il Bollettino, vecchio notiziario trimestrale interno curato e pubblicato dal CAI – sez. Pianezza.
Ne esiste tuttavia uno, più piccolo, discreto, anonimo, situato fra via San Bernardo e Str. Della Cortassa. Appare in bella vista, eppure nessuno lo ricorda, quasi fosse invisibile, un pezzo di pietra come tanti, inviso all’attenzione e alla notorietà guadagnata invece dagli esemplari più grandi.
È però anch’esso meritevole di attenzione, contenendo in sé caratteristiche e qualità proprie di un masso erratico modellato dal tempo, lungo ca. 2 metri, una sorta di altare inclinato da un lato o, se vogliamo assimilarlo a una sagoma zoomorfa, simile a una tartaruga fossilizzata in virtù di un secondo sperone affiorante dal manto erboso.
Sulla sua superficie, anni incalcolabili si sono messi a levigare, incidere segni impercettibili che ne hanno ridisegnato la sua massiccia silhouette. Macchie di muschio giallo si evincono su un lato.
L’opinione dell’esperto sul masso erratico
Giovanni Gili, presidente del CAI – sez. Pianezza dal 2012 al 2018, conferma la natura del masso avanzando un’ipotesi:
“Sicuramente si tratta di un masso erratico! Tralasciando lo spuntone a destra, si potrebbe cercare di capire se la porzione grande sia una parte di un masso erratico più grande, smantellato nel corso dello scavo per la costruzione di un edificio, o fosse così fin dalle origini…” – e aggiunge – “Penso sia stato collocato in quel luogo 20 o 30 anni fa – perché quando ero ragazzino non c’era – in seguito al suo rinvenimento nel terreno, senza che abbia fatto tanta strada. Chi si prendeva la briga di caricarlo su un camion e fargli fare dei chilometri?”
Gili è co-autore del libro Il Masso Gastaldi nella Storia e nella Tradizione di Pianezza, pubblicato dal Club Alpino Italiano nel 1990.
Ma cos’è davvero un masso erratico?
Si tratta in sintesi di un blocco di roccia granitica chiamato “erratico” poiché immaginato nell’atto di “errare”, “vagare”, trasportato da un giacciaio a fondovalle e insediatosi in un luogo pianeggiante – spesso di natura alluvionale – a seguito del fenomeno, perciò totalmente decontestualizzato, estraneo al nuovo ambiente di deposito.
Proprio per tale motivo è così meravigliosamente attrattivo e seducente, tanto da aver ispirato addirittura J.R.R. Tolkien per un capitolo nel suo capolavoro letterario Il Signore degli Anelli, nel quale scrive riferendosi a Frodo:
“Le macchie scure diventarono più scure ma anche più piccole, e improvvisamente davanti a lui giganteggiarono torvi, come pilastri di una porta senza architrave, due immensi massi. Prima di rendersi conto di ciò che stava facendo, si trovò in mezzo ad essi, e l’oscurità sembrò piombargli intorno”.
Il granito di cui si compone è una roccia ignea intrusiva, nata dal raffreddamento e relativa solidificazione di magma presente all’interno della crosta terrestre. Contiene quarzo, feldspato e mica. Occorre però specificare che il granito consta di molteplici varietà, distinguibili per colore (bianco, grigio, nero, rosa, verde, rosso) e composizione minerale (orneblenda, biotite, talco).
Un’ulteriore classificazione si determina risalendo all’origine del magma: abbiamo dunque l’Igneo, il Sedimentario, l’Anorogenico e il Mantello. Il granito è protagonista dell’episodio 4 della bella docuserie francese I segreti delle rocce (Christophe Cousin e Matthieu Maillet, 2022).
La formulazione di teorie disparate e talvolta fantasiose fino all’imbarazzo scientifico non hanno tuttavia distratto gli studi dell’ingegnere svizzero Ignatz Venetz, che nel 1821 iniziò a comprendere la reale origine dei blocchi rocciosi: i massi erratici altro non sono che tracce identificative della posizione primigenia dei ghiacciai sui quali giacevano prima dell’avanzamento e successivo ritiro nel corso delle ere glaciali. L’ultima, la Würm, si è verificata in Europa nel Pleistocene.
Tornando al piccolo masso anonimo: caratteristiche evidenti
Il piccolo masso anonimo presente a Pianezza fra via San Bernardo e Str. Della Cortassa risponde ai requisiti di un mitologico (ma del tutto ipotetico in questo caso) masso delle streghe, così inteso per essere un presunto loco adibito a rituali e culti d’ispirazione celtica e druidica.
Un inciso: sciamani tribali e “maghi” eleggevano i massi stele sacre poiché ritenuti a ragione punti di contatto con il mondo minerale e testimoni inamovibili della genesi della Terra. Insomma, venivano intesi come epicentri di spiritualità e credenze popolari.
Il masso sembra avere roccia molto compatta e resistente, forse serpentinite. La sua forma è squadrata, a orientamento ellissoidale ma dai tratti spigolosi e irregolari. La sua superficie si mostra levigata nella parte superiore, piana, abrasa e scanalata nel suo complesso.
Ai lati compaiono alcune strie glaciali e alterazioni chimiche provocate dal processo di idrolisi, che ha presumibilmente causato nella porzione sommitale – complice il ristagno della pioggia – la formazione di una vaschetta d’alterazione in grado di contenere acqua e foglie trasportate dal vento. Il fianco del masso più esposto alla luce del sole presenta evidenze di flora casmofita insediatasi tra le fessure della roccia.
È una testimonianza di valore scientifico, naturalistico, archeologico, mitico, artistico, religioso e storico. In prospettiva questa silenziosa “sentinella”, dalle fattezze di un enigmatico monolite allocato nel tessuto urbano pianezzese, potrebbe diventare un’attrazione turistica, specie se analisi e studi approfonditi porteranno a scoprire segreti e misteri scritti nella roccia.
