Entro un bucolico scenario fatto di terrazzamenti collinari d’ardesia e muretti a secco, dialoghi silenziosi fra la terra e il mare, aria salina e sole, gli ulivi sanno tessere la cultura olearia propria del Ponente ligure, un territorio la cui natura sa raccontare la poetica della campagna, il romanzo dell’acqua spumeggiante sulla spiaggia e tutto ciò che resta nel mezzo fra queste due anime.
Il genuino filo rosso corre lungo le vie di pietra ramificate nella vegetazione mediterranea il cui tesoro, nell’alveo specificamente connesso alla provincia di Imperia, ha la forma e il sapore peculiari delle olive taggiasche liguri, che finalmente il 2 ottobre 2025 hanno ottenuto dall’Unione Europea il tanto sospirato marchio I.G.P., ovverosia l’Indicazione Geografica Protetta.
Taggia esulta per la sua piccola drupa – frutto carnoso provvisto di buccia (epicarpo), polpa (mesocarpo) e nocciolo interno legnoso (endocarpo) contenente semi – gustosa, dolce, delicata, dalle note riferibili alla mandorla, ai pinoli ma anche al carciofo, morbida, ideale per la produzione di un olio extravergine leggero, a bassa acidità linoleica ma alta acidità oleica.
Furono i monaci benedettini di San Colombano a introdurre la speciale varietà in questi luoghi nel IX secolo dalle isole di Lerino, attuale Provenza. Ciò non esclude il fatto che la presenza dell’olivo in Liguria sia stata rilevata già nel passato antico. Un’esatta datazione riferita alla nascita dell’olivicoltura nella regione non ci è possibile poiché subordinata non a una, bensì a molteplici teorie di carattere storico, archeologico e botanico.
Olive taggiasche liguri I.G.P., un successo di squadra
L’iscrizione dell’indicazione geografica “Olive taggiasche liguri I.G.P.” nel registro apposito è una realtà, un riconoscimento ufficiale definitivo riportato nella pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’UE. Secondo il presidente della Regione Liguria Marco Bucci e il vicepresidente con delega all’Agricoltura Alessandro Piana, si tratta di “un risultato epocale che tutela una tradizione secolare, valorizza il territorio e garantisce ai consumatori qualità, autenticità e origine certa.”
A questa dichiarazione – riportata sul sito istituzionale della Regione – aggiungono che “questo successo è frutto di un grande lavoro di squadra, che ha visto protagonisti i produttori, le organizzazioni agricole, le Camere di Commercio, gli uffici regionali e il Ministero dell’Agricoltura.”
Un percorso iniziato nel 2021 che ha visto prima costituirsi l’Associazione tra i Produttori di Olive Taggiasche liguri e nel 2022 la presentazione della domanda di registrazione al Ministero dell’Agricoltura della sovranità alimentare e delle foreste con parere positivo della Regione Liguria. Tale domanda è stata poi trasmessa alla Commissione Europea e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE il 6 giugno 2025 per le conseguenti valutazioni compiute da prassi nell’arco di tre mesi. Il processo si è concluso a fine settembre, con registrazione ufficiale del marchio I.G.P. il 2 ottobre 2025.
Le Olive Taggiasche liguri I.G.P. meritano un’ulteriore valorizzazione come prodotto di qualità eccelsa. Sono cultivar pregiate, dall’aroma deciso, patrimonio gastronomico versatile. L’oliva taggiasca si raccoglie a piena maturazione, quindi quando cambia colore, in un periodo compreso fra ottobre e gennaio, con estensione possibile – a seconda dell’annata – anche fino a febbraio.