Diretto nel 2011 da Roman Polanski, il film Carnage è un valido esempio di come un semplice gesto, una parola, un atteggiamento di poco conto possano degenerare provocando una vera e propria carneficina, dove a cadere non sono corpi fisici ma idee, convinzioni, luoghi comuni.
Nello scontro di coppie che vede impegnati i coniugi Longstreet con i Cowan, risulta emblematico il dialogo pungente che coinvolge il cinico Alan e la moralista Penelope: due rapide battute che assumono un significato quasi universale.
Il dialogo pungente fra Alan e Penelope
Alan: “Il mio credo è il Dio del massacro, il Dio che governa indiscusso dalla notte dei tempi… Lei si interessa di Africa, vero? Io sono appena tornato dal Congo, ho visto ragazzini di otto anni addestrati a uccidere… arrivano a uccidere così piccoli anche centinaia di persone, uccidono col macete, col mitra. È evidente quindi che se mio figlio spacca uno o due denti a un ragazzino con una canna di bambù ai giardini pubblici, io… non riesco a indignarmi come lei.”
Penelope: “Invece dovrebbe! Questa è New York. Qui non siamo a Kinshasa, siamo a New York City e viviamo secondo i canoni della società occidentale! Quindi quello che capita al Brooklyn Bridge Park, signori, risponde ai valori dell’Occidente, a cui, peraltro, ho la fortuna e sono fiera di appartenere!”
La cronaca di oggi dice che al Brooklyn Bridge Park un ragazzino ha colpito con un bastone un compagno di classe senza pensarci due volte.