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Non vi viene mai voglia di andare via di qua?

Stefano Nardini, alias Valerio Mastandrea, è il protagonista del film di Gianni Zanasi intitolato Non pensarci. La trama spicca per la sua originale ordinarietà. Rockettaro 36enne sogna una carriera artistica stroncata dalla crisi generazionale e personale che lo porta a tornare nella sua città natale, Rimini, dove vive la sua famiglia. I dialoghi presenti nella pellicola sono scorci di vita reale che difficilmente ritroviamo in altri film.

Una conversazione polemica e provocatoria

La scena che segue è una conversazione che Stefano fa con i nipoti, polemica e provocatoria, forse esageratamente complessa per la mente di un bambino. La riflessione che pone è in sostanza un’auto-domanda: “Ma non vi viene mai voglia di andare via di qua?” – motivo per cui egli stesso si è allontanato da Rimini.

La risposta che lo attende è a dir poco spiazzante: l’atteggiamento del bambino ha tipiche fattezze da padre, e con una serie di pacche sulla spalla ironicamente zittisce l’adulto, dandogli del matto. Come se la questione posta fosse tanto sciocca addirittura per un bambino, da non meritarne nemmeno la discussione.

Ecco quindi come la vita quotidiana di una piccola città di provincia non risulti essere poi così tanto noiosa anche agli occhi di Stefano, che nonostante l’animo rivoluzionario e scanzonato imparerà solo alla fine ad apprezzare.

Stefano:Com’è? [il gelato]”

Bambini:Buono!

Stefano:Ma non vi rompete i coglioni, così, in generale?

Bambino:Perché?

Stefano:Ma a voi non viene mai voglia di andare via di qua?

Bambina:No!

Stefano:Anche a 20 km da qui ci possono essere delle cose diverse, no? Non è che se uno non se ne va dal posto in cui è nato diventa alla fine… scemo?

Bambino:No!” – e poi prosegue – “Tu sai molte cose un po’… bizzarre, cioè no, un po’… come matti… sembra che ti droghi eh, però no… te non ti drogherai mai, te sei bravo lo so… però sembra, eh…” – concludendo con un lapidario – “Io ho finito di parlare!

Stefano:Meno male!

Guarda la scena

Laura Caputo

Laura, laureata in Scienze della Formazione Primaria ma nessuna vocazione per l'insegnamento; la mia scelta universitaria è stata dettata da una piccola postilla in basso a destra che citava i possibili alternativi sbocchi professionali di questa facoltà, tra cui lavorare nell'editoria infantile. Amo i libri sopra ogni cosa, soprattutto quelli per bambini. Mi piacerebbe un giorno scriverne e illustrarne uno tutto mio. Ecco perchè la mia vita è una continua corsa contro il tempo tra due lavori e vari corsi di formazione. Lavoro nella comunicazione, mi piace scrivere (o almeno ci provo con ottimismo!) e ovviamente sono un'appassionata di cinema, dai piccoli cortometraggi ai capolavori che ne hanno fatto la storia, dal cinema indipendente alle pellicole più conosciute.
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