Se non ci fossero le condizioni per un mosaico di esilaranti gag, una commedia non potrebbe definirsi tale. Quella americana calca la mano proprio sul ridondante collage di scene ridicole e divertenti, tra le quali una (o più di una) è destinata a scolpirsi nella mente dello spettatore. La dura verità, diretto nel 2009 da Robert Luketic, va oltre, proponendo l’amore come sentimento in grado di originare le situazioni più surreali.
L’occasione di avere nella stessa pellicola due interpreti eclettici e ironici come Katherine Heigl e Gerard Butler è sembrata al regista troppo ghiotta per sfruttarla solo ordinariamente, cosicché dalla pletora di baldanze pittoresche fuoriesce in maniera dirompente la sequenza forse più consona allo spirito di questa commedia romantica.
Serata al ristorante
La protagonista Abby riesce finalmente a uscire con il suo dottore, portandolo a una cena di lavoro per poter conciliare il dovere allo svago. Non poteva ovviamente mancare il prodigo collega Mike, pronto a gustarsi la serata al ristorante insieme a commensali piuttosto variegati. Luketic enfatizza l’ambiente circostante, evidenziando il clima sereno, tranquillo, e il contesto alquanto elegante.
Slip vibranti: scossa, orgasmo, estasi
La formalità del convivio è rotta improvvisamente da un sussulto di Abby, che capisce immediatamente la causa: ha ancora addosso le mutandine con vibratore incorporato regalatele proprio da Mike la sera prima. La ragazza, cercando di contenere un piacere destinato ad aumentare progressivamente, si abbassa rovistando nella borsa nella speranza di trovare il telecomando che aziona il sex toy. Mike si china con lei ed entrambi, sussurrando, danno vita a un breve dialogo sottobanco che si interrompe con una nuova scossa stimolante.
Abby si scopre così in balia del curioso giocattolo, manovrato inconsapevolmente a distanza da un ragazzino seduto qualche tavolo più in là, interessato a scoprire la funzione del telecomando perso dalla donna, senza sapere a cosa esso serva. Abby si lascia andare a un’autentica estasi corporea, incontenibile, osservata dai suoi capi di fronte a lei e da un divertito Mike, il cui atteggiamento si antepone a quello del giovane Colin, che fa ricorso al cellulare per mascherare l’imbarazzo.
Tutt’intorno la gente mormora, bisbiglia, mentre Abby, ormai al culmine del godimento personale, si ritira in bagno per ricomporsi. La sequenza ricorda per alcuni tratti la famosa scena dell’orgasmo in Harry, ti presento Sally, film che ha davvero fatto scuola.