Titolo originale: 28 Years later
Regia: Danny Boyle
Sceneggiatura: Danny Boyle, Alex Garland
Cast: Jodie Comer, Aaron Taylor-Johnson, Jack O’Connell, Ralph Fiennes
Musiche: Young Fathers
Produzione: USA 2025
Genere: Zombie movie
Durata: 115 minuti

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Trama
Quasi trent’anni dopo l’esplosione del virus della rabbia che ha devastato il mondo, alcune persone sono riuscite a fuggire dal male rifugiandosi su una piccola isola, separata dalla terraferma da un’unica strada difficilmente accessibile a causa dell’acqua.
Quando il giovane Spike (Alfie Williams), durante un’esplorazione con il padre nell’immensa distesa selvaggia, scoprirà di essersi imbattuto in un mondo fatto di segreti, bellezze e speranza, deciderà di tornarci di nascosto per intraprendere quella che sarà la missione più importante della sua vita.
Recensione
“Boots” di Rudyard Kipling è una poesia che, attraverso la ripetizione ossessiva verbale, restituisce la fatica mentale e fisica dei soldati condannati a una marcia senza fine. La sua registrazione, già udita nel teaser promozionale, riemerge anche nell’opera, evocando un senso di angoscia, noia, alienazione e oppressione. Le stesse sensazioni che attraversano questo nuovo capitolo diretto, ancora una volta, da Danny Boyle, già autore e regista del primo lungometraggio, 28 giorni dopo.
Un ritorno che sorprende e che rivela un’operazione cinematografica diversa da ciò che inizialmente sembrava voler essere. Un horror in superficie e, in profondità, un’inaspettata e straordinaria lettera d’amore. 28 anni dopo gioca con intelligenza le sue carte – a ben diciotto anni dal secondo film e ventitré dal primo – fondendo lo sperimentalismo dell’avvincente opera del 2002 con l’approccio più aperto e mainstream del film del 2008.
Il terzo capitolo della saga non racconta più l’evoluzione del virus, ma la sua convivenza con gli ultimi sopravvissuti, accostando la malattia fittizia del contagio zombie a una più reale, silenziosa e profonda, rendendo il racconto un confronto tra due forme diverse, ma ugualmente spietate, di fragilità umana. Ne nasce un viaggio nell’epicentro dell’infezione, un luogo affascinante e sinistro al tempo stesso, dove la sopravvivenza è l’unico obiettivo da raggiungere.
Lo sguardo del piccolo Spike, interpretato da un magnetico Alfie Williams, si carica di responsabilità, desiderio di salvezza e speranza. E se il virus ha azzerato ogni forma di istruzione e conoscenza, generando ragazzi con un’alfabetizzazione limitata, il viaggio si fa ancor più interessante: non è solo un’esplorazione geografica, ma anche culturale e cognitiva, tra linguaggi da ricostruire, immagini da interpretare e pensieri da decifrare.
28 anni dopo è un coming-of-age precoce che lascia un insegnamento sottile ma incisivo, attraversando l’altruismo, toccando l’empatia e approdando a una profonda riflessione sul senso stesso della vita e della morte. Più la meta si avvicina, più il viaggio cambia registro: dall’horror al dramma, costruendo – a seconda dello sguardo di chi osserva – il suo punto di forza o di fragilità.
Nel momento in cui questa affascinante avventura si avvia verso la chiusura, i meccanismi cinematografici emergono con maggiore evidenza: l’immagine si fa leggermente più artefatta, più costruita, ma al tempo stesso offre una visione d’insieme della sequenza, esaltata dalla luce, dall’intensità emotiva e da una colonna sonora sorprendente e memorabile.
Per merito della scrittura dei suoi interpreti e dell’immersione nel paesaggio urbano, il film si afferma come il capitolo più riuscito della saga, concepito con maestria tecnica e narrativa, e pronto a espandere il proprio universo. I personaggi, delineati con autentico spessore psicologico, si muovono in un mondo dove paura, egoismo e menzogna generano una progressiva disconnessione dalla realtà, per alcuni metaforica, per altri drammaticamente letterale.
Il ritorno di Danny Boyle nella saga sembra rievocare il vero spirito con cui la serie era stata concepita fin dall’inizio: quello di un ibrido capace di muoversi nel territorio dell’horror per esplorare dimensioni narrative solitamente inusuali per il genere.
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Curiosità
L’uscita della pellicola segnerà un nuovo inizio per la celebre saga, confermata come prima parte di una trilogia. Durante la conferenza stampa a Roma, Danny Boyle ha rivelato che il secondo capitolo è già stato completato (diretto da Nia DaCosta, ma scritto ancora una volta da Boyle e Garland), mentre sono attualmente in corso le ricerche di finanziamenti per la realizzazione del terzo.
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