- Cinema e divano

Elio

Titolo originale: Elio

Regia: Adrian Molina, Madeline Sharafian, Domee Shi

Sceneggiatura: Julia Cho, Mark Hammer, Mike Jones

Musiche: Rob Simonsen

Produzione: USA 2025

Genere: Animazione

Durata: 99 minuti

Trailer

Photo credit: © 2025 Disney/Pixar. All Rights Reserved.

Trama

Elio, giovane orfano pieno di fantasia, viene accidentalmente teletrasportato nel Comuniverso, un’organizzazione intergalattica con rappresentanti di galassie lontane. Identificato per errore come ambasciatore della Terra e completamente impreparato a questo tipo di pressione, Elio deve stringere nuovi legami con eccentriche forme di vita aliene, sopravvivere a una serie di prove straordinarie e scoprire la propria identità.

Recensione

Diretto da Adrian Molina con Domee Shi e Madeline Sharafian, prodotto da Mary Alice Drumm, con le voci italiane di Adriano Giannini e Alessandra Mastronardi, Elio è finalmente arrivato. Con la sua ultima uscita, la Pixar fa appello al secondo elemento della tavola periodica – l’elio (He) – e lo trasforma in un giovane protagonista pronto a conquistare lo schermo e lo spazio.

Accompagnato dalla controversa “cometa” della visione in 3D, Elio riaccende la scintilla di questo mezzo espressivo – utilizzato magistralmente – e offre un’esperienza immersiva incantevole. La storica casa di produzione statunitense ci trasporta in un viaggio attraverso satelliti, galassie e temi di cui oggi più che mai c’è bisogno di parlare, primo tra tutti quello della solitudine. Una condizione che pensavamo – o forse speravamo – di aver lasciato al 2020, ma di cui i ragazzi soffrono.

Anche Elio è un bambino solo: ha perso i genitori, vive con la zia assorbita dal lavoro, fatica a relazionarsi con i suoi coetanei e coltiva un forte desiderio di conoscere gli alieni. È proprio questa sensazione di non appartenenza alla Terra a spingerlo a immaginare un viaggio spaziale, in cui l’introverso orfano si riscoprirà nelle vesti di eroe.

Una storia dolce ed emozionante narrata con ironia tagliente e uno stile moderno che parla tanto ai bambini quanto agli adulti, come il messaggio profondo di ricercare la risposta nelle stelle. Un film perfetto per tutti gli appassionati di spazio e per chi sogna di camminare sulle orbite di Saturno, ma capace anche di toccare il cuore di chi non ha mai smesso di guardare il cielo con meraviglia.

Curiosità

Alla domanda “Quanta AI è presente oggi nel processo di creazione?” la regista Madeline Sharafian risponde: “Credo che Pixar sia uno degli ultimi studi di produzione dove si lavora tutti a contatto, nella stessa struttura, fianco a fianco. Ci sono così tanti momenti in cui mi sono resa conto che il processo funzionava perché eravamo insieme, e ci stavamo divertendo nel farlo.” Domee Shi aggiunge: “La meraviglia della creazione umana è che riflette le imperfezioni. L’AI è perfetta e non penso potrebbe mai raccontare con profondità le storie di cui l’uomo vuole parlare.

Chiara Prometti

Mi sono laureata in Scienze della Comunicazione nel 2021 a Bergamo e mi sto specializzando in Giornalismo. Sono cresciuta con la passione per la danza, ho vissuto nei teatri e respirato l'arte e l'amore per le emozioni. Ho incontrato la scrittura da piccola e da allora l'ho sperimentata in ogni campo: musicale, narrativo, giornalistico e cinematografico. Mi sento sempre in evoluzione, consapevole che scrivere è il vero fil rouge della mia vita.
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2 thoughts on “Elio

  1. Trovo il cartone di pessimo gusto, diseducativo e sicuramente manipolatore verso concetti di scarsa profondità emotiva. Insegna tutto tranne le cose davvero preziose e necessarie ad una crescita sana dei bambini .
    Siamo andati via di corsa perché non spenderemo altri soldi per la Pixar che ha davvero esagerato quando invece film come Oceania e inside out meritavano stima e feedback positivi.

    1. Non la penso allo stesso modo, in questo cartone la Pixar propone temi molto profondi e delicati per i bambini. Il primo è la solitudine: sentirsi soli e sbagliati nell’era del perfezionismo cronico è una realtà che soggioga noi grandi, e da cui non sappiamo poteggere nemmeno i più piccoli. Questo film parla di sfumature di personalità (nell’universo qualcuno simile a noi esiste!) e aiuta tutti a ricordarsi che i modelli proposti e a cui siamo succubi sono solo una delle sfumature esistenti e non l’obiettivo finale da raggiungere. È educativo ricordare di “non soffrire dove si sta male, ma cercare altrove”. Inoltre, finalmente si apre lo sguardo ai genitori maschi abili nella cura dei figli, concetti che non fa mai male ribadire, e un po’ di sana ironia! Questi temi sarebbero potuti emergere con più sicurezza, ma personalmente non credo che la causa sia legata ai temi in sé, quanto più a una narrazione poco centrata.

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