- Cinema e divano

Le città di pianura

Dove vederlo: Al cinema

Titolo originale: Le città di pianura

Regia: Francesco Sossai

Sceneggiatura: Adriano Candiago, Francesco Sossai

Cast: Filippo Scotti, Sergio Romano, Pierpaolo Capovilla, Roberto Citran

Musiche: Krano

Produzione: Italia, Germania 2025

Genere: Commedia

Durata: 100 minuti

Trailer

Photo by Simone Falso ┬® 2025 Vivo film, Maze Pictures

Trama

Doriano (Pierpaolo Capovilla) e Carlobianchi (Sergio Romano) – da pronunciare tutto d’un fiato – sono due cinquantenni veneti che trascorrono le giornate sorseggiando birra nella pianura padana. Una notte incontrano Giulio (Filippo Scotti), un timido studente di architettura, per il quale provano un’innata simpatia.

Il giovane, intento ad arrivare in orario alla lezione di restauro, finirà travolto da un mondo lontano dal suo, ricco di libertà e comicità. Solo arrendendosi al ritmo dei due improbabili mentori, Giulio imparerà a trovare il coraggio di vivere la vita che desidera.

Recensione

Guardando un film di Francesco Sossai si ha la sensazione di aver a che fare con un veterano della cinepresa. La sorpresa è certa quando si scopre che il cineasta ha una ridotta produzione antecedente a Le città di Pianura. Si comprende presto che si tratta di un vero talento in crescita, lodevole per il cinema italiano. Il film è stato presentato in anteprima al Festival di Cannes 2025.

Il regista porta sullo schermo uno spaccato di comicità e autenticità italiana, radicato nei paesi veneti e nella pianura padana, tra contagiose risate, improvvise lezioni di vita e un affascinante e a tratti sensuale dialetto locale. I protagonisti, Doriano e Carlobianchi, ricordano la chimica de Il Gatto e la Volpe di Collodi: schietti, allegri, sopra le righe, incontrano Pinocchio, lo studioso e insicuro Giulio, rivelando un animo buono e, in veste di mentori, guidandolo alla scoperta di verità mai considerate prima.

Il loro verso-tormentone è “L’ultima?”, che in modo ciclico si ripete nei dialoghi e scandisce la trama. La battuta si riferisce al rituale di bere un’ultima birra prima di concludere la serata. Inizialmente sembra si tratti di una scusa per bere ancora, richiamando le ultime sigarette di Zeno Cosini dell’opera sveviana La coscienza di Zeno: sacre, da assaporare nel momento perfetto, nel luogo ideale che non arriva mai. Nel film si scoprirà invece che “l’ultima birra” ha un significato profondo.

I personaggi compiono un viaggio alla Jack Kerouac, di cui Carlobianchi e Doriano incarnano il ribelle e carismatico James Dean, scapestrati, senza futuro e con un passato complesso alle spalle, mentre parlano di temi come la trasgressione sessuale, mentale, della legge, la difficoltà di tornare a vivere con i propri genitori, la sfacciataggine della truffa e il piacere dell’eccesso fisico.

In un arco temporale di un giorno, accade qualcosa intorno al coraggio, al contributo attivo alla vita, alla consapevolezza che “certe cose non ricapitano” e al piacere di cambiare prospettiva.

Curiosità

Nelle sale del Triveneto, il film è uscito in anticipo e in esclusiva il 25 settembre 2025, quindi una settimana prima della data ufficiale, il 2 ottobre.

Chiara Prometti

Mi sono laureata in Scienze della Comunicazione nel 2021 a Bergamo e mi sto specializzando in Giornalismo. Sono cresciuta con la passione per la danza, ho vissuto nei teatri e respirato l'arte e l'amore per le emozioni. Ho incontrato la scrittura da piccola e da allora l'ho sperimentata in ogni campo: musicale, narrativo, giornalistico e cinematografico. Mi sento sempre in evoluzione, consapevole che scrivere è il vero fil rouge della mia vita.
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