Titolo originale: The Boat
Regia: Alessio Liguori
Sceneggiatura: Gianluca Ansanelli, Nicola Salerno, Ciro Zecca
Cast: Filippo Nigro, Marco Bocci, Diane Fleri, Catarina Shulha
Musiche: Fabrizio Mancinelli
Produzione: Italia 2022
Genere: Thriller
Durata: 90 minuti
Trama
Tre coppie si ritrovano per trascorrere un weekend in mezzo al mare. Flavio (Filippo Nigro) ed Elena (Diane Fleri) ospitano nel loro lussuoso yacht Federico (Alessandro Tiberi) e Claudia (Marina Rocco), mentre Enrico (Marco Bocci) si presenta con la nuova fiamma Martina (Caterina Shulha). Tutti insieme prendono il largo facendo festa fra una cena, un ballo e tanto alcool.
La mattina, però, il gruppo si risveglia in un incubo più che reale: i sei amici sono lontani dalla costa, isolati, senza cibo né acqua, privi di ogni mezzo per comunicare, con la radio danneggiata e il serbatoio vuoto. Un misterioso walkie talkie emette un suono e poi una voce sussurra. Qualcuno si mette in contatto con loro, ma non ha intenzione di salvarli.
Recensione
Dal titolo sembrerebbe trattarsi di un lungometraggio a stelle e strisce, ansioso di alludere immediatamente al tema dell’imbarcazione sperduta, in balia di insidie e pericoli, forse un horror o uno shark movie. Poi, però, ecco comparire i titoli di testa ed entrare nelle prime inquadrature i contorni confortanti del mare, moli, barche e tanto sole. Sono gli scorci gaudenti della Penisola Sorrentina e della Costiera Amalfitana nel suo insieme, laddove l’italianissimo Alessio Liguori vi ambienta questo altrettanto italianissimo The Boat.
Una pellicola “internazionalizzata”, prodotta da Marco Belardi per Lotus Production con Rai Cinema, nonché primo progetto Lotus Factory. Parte col sorriso, il giubilo chiassoso e ammiccante generato da una congrega di amici, pian piano si adombra, cambia faccia e lo fa con uno schiaffo dietro l’altro, in preparazione di uno spettacolo dalla tensione crescente e subdola. The Boat finalmente si rivela: è un thriller, fatto bene, con ottimi interpreti fra cui Filippo Nigro e Alessandro Tiberi, Marco Bocci e Diane Fleri.
Al principio, il film vorrebbe far credere di mimare a distanza l’Open Water 2: Adrift girato da Hans Horn nel 2006, portando fuori strada lo spettatore. Alla deriva, certo, ma controllata da qualcuno che ha potere di vita e di morte sulle tre coppie, poste sull’orlo di una detonazione che ha l’odore pungente dell’autodistruzione. Un’acrimonia assassina s’insinua nell’improvviso dramma, cogliendo tutti di sorpresa.
Liguori traduce la scrittura di Gianluca Ansanelli, Ciro Zecca e Nicola Salerno in un inquietante mix di pathos dark, emozioni velenose e torbidi coinvolgimenti. Ogni rabbia, amarezza e violenza si consuma tra le acque di un Mediterraneo che non offre punti di riferimento riflettendo lo stato d’animo degli smarriti occupanti dello yacht.
Ognuno va a comporre un mosaico di esistenze complesse, un bestiario umano in cui trionfa l’insicurezza: c’è l’avvocato rampante, la moglie fragile, l’adulto incapace di crescere, il nevrotico, l’influencer bramosa di successo, la bella estranea al contesto. Catapultati in una situazione estrema, questi casi sociali ripudiano baci e abbracci arrivando a vomitare verità e menzogne, stoccate scabrose e segreti inconfessabili.
Curiosità
Le riprese sono state realizzate nel 2021, per un periodo complessivo di cinque settimane.