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Mister O. Raccolta 2023, l’olio EVO dei Feudi di San Gregorio

L’olio in Italia ha ormai raggiunto prezzi esorbitanti, per molti – classe media compresa – quasi proibitivi, tanto più che la denominazione di “oro verde” ben si associa al valore pecuniario attuale. Eppure sulle tavole dello Stivale tale condimento è imprescindibile e non può davvero mancare.

Occorre allora mirare l’acquisto e propendere per oli realmente di qualità, che soddisfino le aspettative e riescano ad abbinarsi soprattutto alle pietanze più delicate, antipasti freschi in particolare e pesce magari appena pescato, in cerca della giusta esaltazione.

Un continuo tasting fra ristoranti, eventi e demo enogastronomiche ci ha condotto verso la degustazione di Mister O., il cui nome potrebbe palesarsi un po’ fuorviante. È un “signore” dai connotati geometrici, ha la faccia a forma di bottiglia, un occhio a trattino, un altro tondo, il naso triangolare e la bocca semiovale: il design d’etichetta si deve alla matita di Fabio Novembre.

Parliamo di un olio prodotto dai Feudi di San Gregorio, azienda agricola di Sorbo Serpico (loc. Cerza Grossa) in provincia di Avellino, che lavora tra vigneti e ulivi dell’Irpinia.

Cultivar, sapore e abbinamenti

Mister O. Raccolta 2023 rappresenta un’eccezione di linea, un EVO di categoria superiore estratto da cultivar Leccino, Ogliarola, Ruveia e Ravece, macinato a freddo e fatto decantare per 5 mesi in serbatoi d’acciaio prima dell’imbottigliamento. Il sapore (dato in prevalenza dalle cultivar Leccino e Ravece) ha note raffinate erbacee e mandorlate, introdotte da un profumo appena accennato di frutta e buccia di pomodoro.

Considerando la sua non invasività, Mister O. – dal verde acceso conferito dalle Ruveia – si sposa con discrezione a qualunque piatto, facendosi più largo fra insalate e formaggi, cruditè di salmone e tonno e sottofiletti di carne. Ottimo anche su branzino, trota e pesce spada, meno su verdure acidule.

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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