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Gioia Mia

Uscita nelle sale: Prossimamente

Dove vederlo: Al cinema

Titolo originale: Gioia mia

Regia e sceneggiatura: Margherita Spampinato

Cast: Marco Fiore, Aurora Quattrocchi, Camille Dugay, Martina Ziami

Musiche: Alice Zecchinelli

Produzione: Italia 2025

Genere: Drammatico

Durata: 90 minuti

Crediti foto: Fandango

Trama

Nico (Marco Fiore), un bambino cresciuto in un mondo iperconnesso e laico, si ritrova a trascorrere l’estate in Sicilia, ospite dell’anziana zia Gela (Aurora Quattrocchi). La donna vive in un antico palazzo fuori dal tempo, un microcosmo dominato da superstizioni, rituali religiosi e un’assoluta assenza di tecnologia.

L’impatto tra il nipote, scontroso e moderno, e la zia, burbera e ancorata al passato, è inevitabile e dà il via a un rapporto inizialmente burrascoso, segnato da incomprensioni e reciproca diffidenza.

Recensione

Presentata con successo prima al 78° Festival di Locarno – dove ha ottenuto il Premio Speciale della Giuria e il Pardo per la migliore interpretazione femminile ad Aurora Quattrocchi – e poi ad Alice nella Città nella sezione Panorama Italia, Gioia Mia rappresenta l’intensa e delicata opera prima di Margherita Spampinato. Un film che esplora con sensibilità l’incontro-scontro tra due generazioni apparentemente inconciliabili.

Il racconto è costruito su questo dualismo: da un lato la ragione, la velocità e la tecnologia; dall’altro un senso magico della religione, la lentezza e la tradizione. La pellicola si prende il suo tempo per mostrare lo spaesamento di Nico, un vero e proprio pesce fuor d’acqua costretto a fare i conti con un ambiente che non capisce e da cui non si sente capito.

Questo scontro iniziale trova un ponte inaspettato nel rapporto con Rosa, coetanea di Nico e nipote di un’amica della zia. Sarà proprio grazie a lei che il ragazzo inizierà a trovare una chiave di accesso a quel mondo per lui alieno, aprendosi gradualmente alla scoperta e all’ascolto.

Notevole è la capacità della regia di restituire un intero mondo con pochissimi elementi: la casa della zia, con i suoi arredi scuri, le carte da parati e le immagini sacre, diventa essa stessa un personaggio, simbolo di un universo che resiste alla modernità, così come i personaggi che abitano e vivono il condominio in cui si svolge la narrazione: le amiche di Gela, anziane gentili e premurose, con i loro biscotti per curare il “mal d’amore” e i loro nipoti, che scorrazzano nel cortile.

Gioia Mia è un racconto di formazione intimo, che segue l’arco di trasformazione del suo giovane protagonista verso una nuova maturità. In questo senso, il suo legame con il mondo dell’infanzia viene simbolicamente spezzato dalla separazione dalla sua amata tata, vissuta come un lutto. Il suo viaggio per esorcizzare la leggenda degli spiriti, attraverso un “gioco proibito” con i ragazzini del posto, diventa così un rito di passaggio verso la maturità.

Ma la trasformazione non è unilaterale: l’arrivo di Nico scuote il mondo immobile di Gela, spingendola a confrontarsi con un segreto del suo passato e a uscire dal proprio isolamento.

Il film è una delicata ode al rapporto tra nonni (zii in questo caso) e nipoti, quel legame speciale che spesso si consolida durante le lunghe giornate calde d’estate, lente e noiose, quando il tempo sembra dilatarsi e permette una conoscenza profonda, destinata a durare per sempre. Con sincerità e poche risorse, Margherita Spampinato firma un’opera prima sentita, che trova il culmine emotivo proprio in quel legame eterno che supera ogni differenza, riassunto magnificamente nelle due parole del titolo.

Curiosità

Il film è ispirato alle estati che la regista trascorreva in Sicilia con la nonna Tommasina e le sue amiche, periodi che hanno plasmato profondamente la sua infanzia.

Sebastiano Pistritto

Nato e cresciuto in Sicilia. Dopo la maturità, scappo a Milano in cerca di un corso di laurea utile solo a giustificare la fuga e, infatti, mi iscrivo a Scienze sociali. Dopo la laurea, un po’ per caso e un po’ per gioco, scrivo e dirigo un cortometraggio. Finalmente, capisco cosa voglio fare da grande. Frequento l’Accademia Cinema Toscana e mi diplomo in regia e sceneggiatura. Svolgo un tirocinio di sei mesi presso Read My Script, scrivo un lungometraggio per la 9Muse e realizzo opere di dubbio gusto per conto di V Channels. Attualmente vivo a Roma.
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