I motivi che hanno indotto Vittorio De Sica a scegliere nel 1968 Villa Barbaro per ospitare la prima sessione di riprese del film Amanti si spiegano non tanto nella vorticosa e imponente bellezza della dimora, quanto nella sua capacità di annullare la malinconia del silenzio comunicando coralità senza bisogno di parole.
Inoltre, essa rappresenta de facto il riflesso architettonico della sua proprietaria, Julia, elegante nobildonna la cui esile silhouette contiene la soprannaturale espressione della Venere mitologica, o meglio ancora della ninfa ellenica.
Nell’immensità della sua estensione, la residenza offre eremitica protezione a colei che vi si rifugia rispettando l’estrema volontà di pace, di esilio dal mondo. E quando Julia, d’improvviso, pianifica la controreazione evasiva alla propria distrutta prospettiva di vita richiamando a sé amore e baccanali chic, Villa Barbaro immediatamente si trasforma abbandonando l’aura di solitudine per aderire agli slanci emotivi della donna.
Evidentemente, secoli prima, Palladio aveva previsto l’amplificazione estetica della sua “creatura” attraverso un futuristico mezzo artistico, nella fattispecie il potente cinematografo.
Una villa veneta Patrimonio dell’Umanità UNESCO
Il primo romantico nido del rapporto sentimentale fra Julia e Valerio – e al contempo del loro inaugurale screzio – è un’opera totalizzante che sorge nelle vicinanze di Maser, provincia di Treviso. Una villa veneta che, insieme a uno splendido tempietto, impreziosisce un complesso annoverato dal 1996 fra i patrimoni dell’umanità UNESCO. Il nome completo, Villa Barbaro Basadonna Manin Giacomelli Volpi, fa da indicatore inequivocabile a dichiarata regalità figlia della storia.
Andrea Palladio la concepì intorno al 1550 col proposito di offrire una sede prestigiosa alla tenuta agricola dei fratelli Daniele e Marcantonio Barbaro. Il suo genio si evince nell’armonia delle proporzioni, nella sintonia del costrutto con la natura circostante e in un’ispirazione che ha radici molto antiche, addirittura risalenti al periodo romano, confluendo d’impeto nel disegno della facciata, maestosa a livelli inimmaginabili.
L’ingresso: un benvenuto spettacolare
Il corpo centrale proiettato in avanti risalta in virtù dei porticati laterali e delle due colombaie alle estremità, decorate con meridiane atte a segnare il tempo. Un benvenuto all’ospite enfatizzato poi dal corredo scultoreo di cui fanno parte una coppia di leoni in pietra e sei statue coincidenti con le divinità dell’Olimpo. Lo stemma dei Barbaro trionfa sul timpano in un concerto allegorico di pace e armonia.
Dunque, se Villa Barbaro vuol essere il clou dello spettacolo, allora tutto ciò che adduce all’ingresso costituisce la scenografia perfetta, un tripudio di roseti, glicini e bignonie rampicanti fiorenti fra aprile e luglio. L’animosità naturalistica abbinata all’immobile ci fa pensare a una dimora viva, di uno spirito che ambisce a trascendere la fissità dell’opera architettonica.
Le sale interne e gli affreschi di Paolo Veronese
In Amanti, Julia ci fa da inconsapevole Cicerone e con la sua grazia accende gli ambienti rimasti chiusi fino al suo arrivo, voraci d’aria e di luce come lo è a maggior ragione l’impressionante Sala a Crociera, cuore della residenza. Qui le mura sfoggiano affreschi che recano una sola autorevole firma, quella di Paolo Veronese, il cui intervento decorativo prese avvio nel 1560.
Colorismo veneto e trompe l’oeil s’intersecano e inglobano su pareti che fanno da teatro al dinamismo delle figure dipinte, un paggio e una bambina da una parte, suonatrici dall’altra, composizioni paesaggistiche che portano quanto esiste oltre le finestre all’interno della villa.
In questo illusorio ma efficace gioco di compresenze indiscrete emerge un percorso di piacere e meditazione, di racconto e di rievocazione, di viaggio nel tempo delle glorie ellenico-romane. Le finte architetture si fanno più insistenti nella Stanza di Bacco, un inno all’uva, ai vigneti, alla rigogliosità e alla fertilità, all’abbondanza e alla bontà dei frutti: un sofisticato rincorrersi di ritratti le cui linee convergono nel dominante camino in stucco di Alessandro Vittoria, fulcro di profondità e visione prospettica.
Pochi passi ed ecco aprirsi allo spettro visivo la Stanza del Tribunale d’Amore dedicata alla relazione coniugale e al giudizio cui viene sottoposta la sposa, in ginocchio fra marito e difensore. Tralci di vite dipinti sembrano voler salutare la sala precedente e i putti preludere a quella successiva, la Sala dell’Olimpo, che indaga la dimensione divina correlata alla presenza dell’uomo in quella terrena. Dalla balaustra della balconata c’è una donna che tutto osserva: Giustiniana Giustinian, la moglie di Marcantonio Barbaro.
Seguono la Stanza del Cane con l’allegoria delle tre donne sulla volta a contendersi le ricchezze della cornucopia, il ritratto di Elena Caliari (consorte del Veronese), la Stanza della Lucerna e infine l’autoritratto di Veronese.
La peschiera, il Tempio e il Museo delle Carrozze
All’esterno l’acqua sgorga in un contesto verdeggiante nel quale l’intimità ha la forma di una peschiera dotata di Fontana del Nettuno zampillante e di statue meravigliose: il Ninfeo, le ninfe dei boschi e i quattro giganti. Ancora più attrattivo, il Tempietto di Andrea Palladio, sorto nel 1580, incarna il sogno dell’architetto, ovvero la costruzione di una chiesa a pianta circolare, la forma a suo dire più vicina e confacente alla rappresentazione di Dio.
Di tutt’altro genere è il Museo delle Carrozze, che consta una collezione di ca. 30 veicoli conservati e raccolti dall’appassionato di cavalli Conte Enrico Luling Buschetti. Tra gli esemplari spiccano una diligenza postale e il brougham, antesignano del moderno taxi.
Vigneti e vini: la cultura dell’uva
Villa Barbaro è stata edificata al centro di un territorio oggi coltivato in parte a vigneti, 30 ettari su 230 selezionati per la resa di uva a varietà Merlot, Cabernet, Chardonnay, Prosecco, Manzoni Bianco e Verduzzo. Ne derivano etichette di eccelsa qualità come il Manzoni Bianco, il Maserino Rosso e l’Asolo Prosecco Superiore Brut, proposti in eventi di degustazione guidata inclusivi di prodotti a filiera corta.
Per tutte le informazioni relative a orari di apertura, visite, didattica e ospitalità, consultare il sito www.villadimaser.it