Il Pianeta Verde è un film, sebbene poco conosciuto, che offre una visione del mondo totalmente diversa da come siamo abituati a percepirla. Da molti, d’altro canto, è considerata una pellicola utopistica per la leggerezza con cui vengono trattate importanti problematiche di interesse mondiale e su come il genere umano dovrebbe risolverle.
La storia de Il Pianeta Verde
La scena in questione è una delle tante che merita un commento. La storia inizia sul Pianeta Verde, luogo dove gli uomini vivono in armonia con se stessi e con la natura circostante, rispettandola e adottando uno stile di vita sano, sostenibile e contro lo sfruttamento in ogni sua forma.
Mila è la donna che si recherà volontariamente in missione sulla Terra per constatare lo stato evolutivo del pianeta, anche perchè ella stessa è originaria delle nostre parti.
La disconnessione dalle cose materiali
Tra le varie abilità sviluppate dagli abitanti del Pianeta Verde vi è la “disconnessione” di altri esseri umani. Si tratta nient’altro che di un forte potere mentale in grado di sconvolgere un individuo, elevandolo a una dimensione spirituale più alta di quella in cui si trova e portandolo a un totale distacco dalle cose materiali puramente terrene.
Queste ultime in particolar modo incentivano il più delle volte comportamenti scorretti e trasmettono un modello di “violenza” ambientale e sociale che difficilmente può portare qualcosa di buono.
Ricordarsi di ringraziare le vacche
La scena del piccolo incidente stradale è l’esempio lampante di come la società in cui viviamo sia condannata a ritmi troppo frenetici che causano sempre più sovente stati di ansia e di rabbia nei confronti non solo delle altre persone, ma anche del mondo che ci circonda.
La vittima in questione si lancia in uno sproloquio verso l’altro personaggio di punta del film, che risulta essere piuttosto esagerato per il minimo urto di uno specchietto retrovisore.
Il monologo di insulti e imprecazioni viene interrotto solo quando gli si ricorda, sempre con toni accesi, come il danno subito non sia di così grave importanza rispetto a cose certamente più rilevanti, come ad esempio ricordarsi di guardare sua moglie, di osservare gli alberi, di ringraziare le vacche per il latte che può bere.
Mentre questo ascolta inebetito, arriva la disconnessione che dà alla scena il tono ironico e pungente che in fin dei conti rappresenta il film per intero, per cui il malcapitato ringrazia e chiede perdono abbracciando alberi e persone.
Il cinema francese e il dono di raccontare con frivolezza
Il cinema francese ha il dono di raccontare con estrema frivolezza argomenti piuttosto profondi e preoccupanti come la questione ambientale del nostro pianeta, l’abuso di potere, le gerarchie e lo sfruttamento terrestre da parte delle industrie (e ricordiamo anche il tema del cancro ne Le Invasioni Barbariche e del razzismo ne La Crisi).
La scelta di per sé non casuale ma provocatoria è volutamente di contrasto: il più delle volte sono proprio le commedie a farci ridere (e subito dopo riflettere) su argomenti che in realtà non lo fanno affatto.