Titolo originale: Una madre
Regia e sceneggiatura: Stefano Chiantini
Cast: Aurora Giovinazzo, Micaela Ramazzotti, Angela Finocchiaro, Francesco Salvi
Musiche: Piernicola Di Muro
Produzione: Italia 2024
Genere: Drammatico
Durata: 82 minuti
Trama
Deva (Aurora Giovinazzo) è una ragazza di vent’anni che vive sola con la madre Giovanna (Micaela Ramazzotti) dentro una roulotte, in un accampamento di periferia. Segnata da una scelta dolorosa, Deva vive di lavori occasionali, mentre si occupa della madre senza concedersi un momento di pausa, per non lasciare spazio ai pensieri.
Decisivo sarà l’incontro con Carla (Angela Finocchiaro) che, offrendole un lavoro nella sua pescheria, metterà la giovane nelle condizioni di doversi occupare anche del nipotino. Quel bambino, in un percorso fatto di piccolissime e impercettibili aperture, si farà spazio nel cuore e nell’emotività della ragazza, facendo entrare un amore che non credeva più possibile.
Recensione
Con una profonda sensibilità viscerale, già espressa in Naufragi (2021) e Il Ritorno (2022), il regista abruzzese Stefano Chiantini riesce ancora una volta a raccontare le donne e le loro diversità emotive. Attraverso gli occhi della protagonista, un’intransigente e volitiva Aurora Giovinazzo, viene esplorato a tutto tondo il difficile ruolo del genitore, e ancor più della madre, partendo dal presupposto di essere in grado di amare qualcuno rinunciando ad amare se stessi.
Una madre, grazie a una regia immersiva fatta di primissimi piani e dialoghi silenti, è un film intimo, che porta in scena più che una maternità: il dolore di una maternità rifiutata e il conseguente, quasi inevitabile rimpianto di non averla mai accettata fomentando così la disperazione di una maternità nella maternità. E poi c’è anche una maternità “inversa” che investe, ancora una volta, la protagonista.
È un racconto che parla di donne con delicatezza e realismo, trasportandoci fin dentro la scena, nelle loro vite e nelle loro riflessioni. Tutte, una giornata dietro l’altra, guardano avanti per non fare i conti con il passato. E poi la svolta, l’amore di una madre, biologica o no che, come un raggio di luce inaspettato, ci porta per mano verso il finale.
Le figure di Carla e di Giovanna accompagnano Deva nel suo percorso cercando di fornirle, a proprio modo, gli strumenti necessari ad andare avanti. Sono entrambe donne forti, diametralmente opposte e dal passato doloroso, ma capaci di trasmettere con naturalezza l’intensità e le sfumature dei loro personaggi.
Il villain del film, al contrario, è un uomo meschino e arido, interpretato da Francesco Salvi, che fa da cornice alle tre protagoniste esaltandone per logica di controreazione la forza e il coraggio.
Curiosità
Le riprese del film sono state per lo più realizzate a Roma, Marina di San Nicola (RM, Ladispoli) e altre cittadine della provincia.