“Dammi ora e luogo e ti do cinque minuti: qualunque cosa accada in quei cinque minuti sono con te, ma ti avverto, qualunque cosa accada un minuto prima o un minuto dopo sei da solo. Io guido e basta!”
E’ questo che fa il driver interpretato da Ryan Gosling nel film Drive (Nicolas Winding Refn, 2012): guida durante le rapine, freddo come il ghiaccio al volante, come se niente lo toccasse, solitario, scostante nella vita, con il suo volto inespressivo, quasi inumano, che nasconde una rabbia inespressa, latente.
Tutto però finirà per cambiare quando incontrerà la sua vicina di casa, interpretata dalla sempre convincente Carey Mulligan, che illuminerà le sue giornate, insinuandosi piano piano in quella sua freddezza e sciogliendola. Non sa, però, cosa ha scatenato, perché sarà come far scattare una serratura, e il giovane driver perderà sempre più il controllo.
Un equilibrio tra freddezza e dolcezza
C’è in tutto il film un equilibrio tra questa freddezza ostentata dal giovane driver, che sembra non preoccuparsi del proprio futuro, ma solo di correre in avanti, senza aspettarsi nulla, e questa dolcezza che schiarirà le sue giornate, come uno splendente raggio di sole, facendogli credere che una vita diversa è possibile. Persino per uno come lui.
La scena dell’ascensore
La sequenza dell’ascensore racchiude tutto il film, è una sintesi perfetta e precisa, in cui dolcezza e violenza si intrecciano in una danza che dà vita a una scena sublime e indimenticabile. Il driver e l’uomo nell’ascensore si lanciano un’occhiata, lui ha una pistola, è lì per un motivo preciso. Il driver serra la mascella, con un ralenti magnifico vediamo il ragazzo allungare il braccio indietro, spingendo delicatamente la ragazza verso l’angolo dell’ascensore, separandola dall’uomo.
Il buio la abbraccia e nasconde il viso di Ryan Gosling, mentre una musica suggestiva accompagna questo gesto. La cinepresa scivola verso di loro, riprende la mano di lui che la afferra. Le spalle si allungano verso di lei, e la bacia, mentre il suo corpo scivola lentamente dando le schiena all’uomo nell’ascensore, tagliandolo fuori, e coprendo così la minuta ragazza di cui ora non riusciamo più a vederne il viso.
La luce li illumina sapientemente, facendo risaltare le loro luci e le loro ombre. Il bacio continua, dolce e frustrato, mentre la musica aumenta di intensità. Poi rivediamo i loro profili, e lui si stacca lentamente, la luce torna a illuminarli entrambi.
Un sospiro, l’esitazione, il driver sa di doverlo fare. La musica finisce, e il driver si scaglia contro l’uomo con tutta la violenza possibile. Amore e violenza. Il bacio rappresenta questo: l’inizio di un amore e la sua fine. La scena che culmina nella violenza più cruda alza una definitiva barriera tra i due amanti. E lui lo sa.
Lei lo capisce guardando la scena, mentre il cranio cede sotto il peso della sua scarpa. L’ultimo e unico bacio. Un addio. Si guardano un ultima volta, poi le porte dell’ascensore si chiudono definitivamente.