Hugo: “Il Signor Labisse mi ha dato un libro l’altra sera.”
Isabelle: “Ah, sì lo fa sempre. ‘Mando i libri nella casa giusta’, dice sempre così.”
Hugo: “Lui ha un vero… (sospiro) scopo.”
Isabelle: “Che cosa vuoi dire?”
Hugo: “Ogni cosa ha uno scopo, persino le macchine. Gli orologi ti dicono l’ora e i treni ti portano nei posti. Fanno quello che devono fare, come il Signor Labisse. Forse per questo i meccanismi rotti mi rendono triste. Non possono più fare quello che dovrebbero. Forse è lo stesso con le persone: se perdi il tuo scopo è come se fossi rotto!”
Isabelle: “Come Papà Georges!”
Hugo: “Possiamo aggiustarlo!”
Isabelle: “È questo il tuo scopo? Aggiustare le cose?”
Hugo: “Non lo so, mio padre lo faceva.”
Isabelle: “Mi chiedo quale sia il mio scopo, non lo so. Forse, se avessi conosciuto i miei genitori lo saprei.“
Hugo: “Vieni con me!” [i due ragazzi si recano in cima al meccanismo dell’orologio, il panorama è mozzafiato]
Hugo: “Subito dopo la morte di mio padre, venivo sempre quassù. Immaginavo che tutto il mondo fosse un enorme meccanismo; le macchine non hanno mai dei pezzi in più, hanno sempre l’esatto numero che serve. Così ho pensato che se tutto il mondo era un enorme macchina, io non potevo essere in più. Dovevo essere qui per qualche motivo. E questo deve valere anche per te.“
Lui ha un vero scopo: il tema di un omaggio al Cinema

La frase “lui ha un vero scopo” che il fanciullo protagonista Hugo Cabret pronuncia in questo dialogo con la sua amica del cuore Isabelle, contiene il nocciolo di questo film avvincente di Martin Scorsese (Hugo Cabret, USA 2011, Golden Globe 2012 Miglior Regia, Oscar 2012 Miglior Fotografia, Montaggio, Scenografia e Missaggio Sonoro).
Il libraio Labisse, al quale Hugo si riferisce, distribuisce i libri giusti alle persone giuste, come a indovinare ‘terapeuticamente’ ciò che serve all’anima dei clienti lettori che entrano nella sua libreria (egli conosce la biblioteca, nella quale si recano i due ragazzi, a memoria in ogni angolo). Così facendo, vive il suo scopo appieno.
Hugo e Isabelle, in tutto il percorso del film, realizzano il loro scopo: ‘aggiustano’ e ridanno vita al fondatore del Cinema (filone magico-fantastico), un ormai depresso e spento Georges Méliès, regista dello straordinario Viaggio nella Luna ma distaccato da tempo dal suo scopo. Hugo, eroe orologiaio e patito di meccanismi (passione ereditata da suo padre) vive per farli funzionare, proprio come l’automa rinvenuto dal padre in un vecchio teatro.
Razionalmente e funzionalmente crede di esistere nel mondo predestinato a essere un piccolo pezzettino di un congegno, e non una qualsiasi presenza casualmente in vita. Hugo Cabret è uno splendido omaggio al Cinema, ben costruito e interpretato da attori giusti nei ruoli giusti.