
C’erano proprio tutti a festeggiare i 25 anni dalla memorabile riapertura al pubblico del Museo Nazionale del Cinema di Torino (avvenuta il 20 luglio 2000), riuniti nell’Aula del Tempio per il primo quarto di secolo trascorso all’interno della Mole Antonelliana (dal 1958 fino al 1984 la sede fu a Palazzo Chiablese) da un’istituzione che ha reso il capoluogo del Piemonte un epicentro della Settima Arte.
Proprio nel cuore del monumento simbolo della città, un grande consesso composto da ex presidenti del museo, vecchi e nuovi direttori, registi, fotografi, autorità e ferventi sostenitori dell’eredità moderna di Maria Adriana Prolo (che fu fondatrice del museo nel 1941) ha voluto assistere alla presentazione della “traduzione cartacea” di un percorso storico che ha attraversato cinque lustri, ovvero il volume Il Tempio del Cinema.
Il Tempio del Cinema fra testi e foto iconiche

Edito da Allemandi, è un libro riccamente illustrato di quasi 200 pagine, nato per raccontare sia il capolavoro architettonico di Alessandro Antonelli che l’evoluzione straordinaria dell’intera realtà museale ivi ospitata.
I testi della prima sezione sono stati curati da Giuseppe Culicchia, attuale direttore del Circolo dei Lettori di Torino, insieme all’architetto responsabile del progetto di restauro della Mole Gianfranco Gritella e all’alpinista e storico manutentore della Mole Maurizio Puato.
La seconda sezione reca invece i preziosi e illustri contributi di Annalena Benini (direttrice del Salone Internazionale del Libro di Torino), Stefano Boni (Conservatore del Museo), Donata Pesenti Campagnoni (erx Conservatrice e memoria storica del Museo), Dario Argento e Martin Scorsese che, durante la sua visita al Museo e la premiazione con la Stella della Mole, ammise: “Il Museo Nazionale del Cinema è davvero come lo descrivono, un tempio dedicato ai film e alla loro storia!”
Il volume si correda di un inserto fotografico di più di 60 immagini realizzato da Riccardo Ghilardi, fotografo per l’Agenzia internazionale Contour by Getty Images. Alcuni dei suoi iconici scatti a eminenze del cinema nazionale e internazionale si potranno ammirare nondimeno alla mostra personale visitabile dal 12 novembre 2025 al 1° marzo 2026 presso le Gallerie d’Italia – Torino, curata da Domenico De Gaetano, anche lui presente oggi.
La celebrazione: sul palco tanti volti per il museo

Sul palco celebrativo sono saliti tantissimi volti familiari, firme del successo dell’istituzione museale nel corso della sua esistenza durante l’incipit del secondo Millennio, pensiamo ai predecessori del Presidente del Museo Enzo Ghigo e quelli del direttore Carlo Chatrian, sommandovi i vari mecenati.
Presenti il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio accompagnato dall’Assessore regionale alla Cultura Marina Chiarelli, l’Assessore alla Cultura della Città di Torino Rosanna Purchia, la Presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo, il direttore centrale Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa San Paolo e direttore delle Gallerie d’Italia Michele Coppola, infine Ezio Raviola membro del comitato di gestione della Fondazione Compagnia di San Paolo e il Vice Segretario Generale della Fondazione CRT Annapaola Venezia.
Enzo Ghigo ha dichiarato:
“In questi venticinque anni il Museo è cresciuto e si è evoluto, diventando un punto di riferimento per il panorama culturale italiano e internazionale, oltre che per studiosi, studenti, turisti e appassionati. È accessibile, inclusivo e coinvolgente, capace di dialogare sia con il cinefilo, sia con chi per curiosità si sta approcciando per la prima volta al meraviglioso mondo del cinema, aperto a tutti. Venticinque anni sono un traguardo importante, ma stiamo lavorando al progetto del «nuovo» Museo […]”
Carlo Chatrian aggiunge:
“In un’epoca in cui le immagini in movimento hanno perso la loro sacralità, è fondamentale riflettere sulla necessità di un tempio dedicato al cinema, uno spazio che abbia la vocazione di preservare e celebrare i capolavori del passato senza perdere il rapporto con il presente. «La Mole» è oggi il frutto di una doppia, magnifica ossessione, il punto di incontro ideale e reale tra l’ambizione di Alessandro Antonelli e la visione di Maria Adriana Prolo. […] Per loro, per noi, il Museo del Cinema alla Mole Antonelliana è una camera delle meraviglie.“

