Il suo ruolo lo conosciamo tutti: accudire la sposa, seguirla ovunque e fare i salti mortali per garantirle il matrimonio dei sogni. Sul grande schermo l’abbiamo vista declinata in diverse sfumature.
27 volte in bianco
Nel 2008 è stato il turno di Katherine Heigl, protagonista indiscussa di 27 volte in bianco. Dedita completamente agli altri, Jane ha organizzato e partecipato in qualità di damigella d’onore a 27 matrimoni, in attesa del proprio lieto fine.
L’abbiamo vista ballare la electric slide, reggere il vestito della sposa mentre faceva pipì, presenziare a due matrimoni nella stessa sera pagando il tassista a forfait, indossare terribili abiti scelti da spose con bassa autostima e sentirsi persino dire “Il massimo è che poi puoi accorciarli e metterli di nuovo!”.
The wedding party
Successivamente è stata Kirsten Dunst a rivisitare questo ruolo nel divertente The wedding party (Leslye Headland, 2012): una schizzata e aggressiva maniaca del controllo che, a modo suo, si mette a disposizione della sposa (che a scuola chiamavano “faccia da maiale”) per garantirle il matrimonio perfetto.
Ma bando alla classica migliore amica perfettamente e silenziosamente a disposizione della sposa: “Tu vieni pagata per questo, io sono solo un’amica!” strilla alla sfortunata addetta ai lavori di turno.
Un amore di testimone
A dimostrarci che la damigella d’onore non deve essere per forza in gonnella arriva Patrick Dempsey nel 2008 in Un amore di testimone (regia di Paul Weiland). Abbiamo seguito calorosamente la sua trasformazione da seduttore incallito a perfetta damigella d’onore, con l’intento di sabotare dall’interno il matrimonio della sua Anna con un duca scozzese.
Il campo da basket è il luogo in cui, insieme ai suoi amici più fidati, sceglie la strategia per attuare il sabotaggio: “Non dobbiamo buttare giù Colin” – osserva un amico – “ma tirare su te!”.
E così il piano è disegnato: essere la perfetta damigella d’onore, altruista e attenta ai desideri della sposa, farà capire ad Anna quanto lui sia cambiato e quanto sia l’uomo giusto per lei.
Il matrimonio del mio migliore amico
Come non menzionare Julia Roberts in Il matrimonio del mio migliore amico (P. J. Hogan, 1997)? Cameron Diaz (la sposa) il giorno, lei la notte. Una solare, ingenua e alle prime esperienze, l’altra sveglia e determinata a impedire le nozze del suo migliore amico, di cui è innamorata, con quella specie di fantastica Barbie.
Insomma, che sia silenziosamente accondiscendente, un po’ isterica, uomo o donna, la damigella d’onore ha fornito una grande ispirazione al cinema americano degli ultimi anni.
Un matrimonio, tanti punti di vista
Ciò guardando il matrimonio dal punto di vista di chi lo sta organizzando, tentando di farlo saltare, o sta semplicemente dando il proprio sostegno a un’amica, facendo spesso passare in secondo piano proprio la sposa.
Molte volte, quest’ultima viene relegata in un ruolo stereotipato e monodimensionale, come in La rivincita delle damigelle, diretto nel 2010 da James Hayman.
