Uno dei documenti più significativi che il cinema ha consegnato alla Storia è senz’altro Schindler’s List, il film con cui Spielberg nel 1993 ha raccontato l’orrore nazista e il miracolo di redenzione di un uomo, Oskar Schindler, che da rapace uomo d’affari diventa Giusto d’Israele per aver salvato dai campi di sterminio cui erano destinati oltre mille ebrei.
La trama, toccante, è nota. Forse meno conosciuto è l’imponente Making of, uno dei più accurati della storia del cinema. Il film, prevalentemente girato in bianco e nero, consegna una visione della Cracovia vittima della barbarie nazista difficile da dimenticare.
Il teatro degli oppressi e degli oppressori in bianco e nero
La contrapposizione più volte ripetuta tra la bella vita degli oppressori (lunghi piani sequenza ci mostrano vasti interni lussuosi, donne e gioco d’azzardo) e la profonda miseria e angoscia degli oppressi (ripetuti primi piani raccontano interni estremamente poveri, facce consunte che si preparano al peggio e cercano di preservare i più piccoli dalla consapevolezza dell’imminente e tragica separazione) è sottolineata anche dalla scelta del bianco e nero.
Il ghetto di Cracovia, una città ferita a morte
Cracovia è una città ferita a morte, il ghetto è attraversato dalle truppe tedesche che lasciano tracce del loro passaggio a ogni angolo di strada. Il rivolo di sangue nero del vecchio appena freddato che scorre sulla neve candida compone una scena forte cui il regista fa seguire, per contrasto, un saggio del libertinismo del protagonista, non ancora conscio di essere complice di immani atrocità.
La fabbrica di Schindler e il campo di concentramento di Plaszow
La DEF, la fabbrica di Schindler, è dapprima luogo asettico, algido, ma presto si trasforma in arca di salvezza per gli operai che Oskar “compra” dal regime per sottrarli alla deportazione. Il campo di concentramento di Plaszow è luogo spettrale, ove l’umanità privata di vestiti e dignità si aggira come in un inferno glaciale.
Curiosità su Schindler’s List
Il set è stato realizzato letteralmente “a misura” del protagonista, Liam Neeson, che coi suoi 193 cm di altezza ha reso problematica la fotografia dell’eterno sodale di Spielberg, il polacco Janusz Kaminski.