Un padre che perde il proprio figlio, ucciso da un ubriaco al volante, vede la propria anima sgretolarsi sotto il peso del dolore più lacerante. Ma quando il sistema non è in grado di garantire giustizia e assolve quel pirata della strada grazie al solito cavillo legale uscito chissà dove, ciò che resta di quel padre muta in spirito di vendetta.
Sarà lui, allora, a trascinare l’assassino al cospetto del giudizio divino diventando egli stesso un assassino in un’occasione nella quale non può essere punito ma, anzi, incoraggiato a compiere quell’azione.
Leo Barnes si mette in strada
Leo Barnes è un sergente dei marines, divorziato e con un solo obiettivo, quello appena menzionato. Eccolo là, seduto nella sua camera da letto nella penombra del crepuscolo, intento a preparare un arsenale, sguardo a terra dopo averlo rivolto alla foto del bambino quando ancora la sua era una famiglia felice, ignara della futura tragedia.
Leo si mette in strada nella famigerata notte dello sfogo: 12 ore di totale anarchia, un lasso di tempo che concede alle persone piena libertà di esorcizzare follia repressa, odio e depressione covati in una quotidianità scandita dalla legge.
Ora, però, la legge si mette da parte e il crimine prende il sopravvento perché reso lecito dai Nuovi Padri Fondatori d’America. Leo guida, attraversa la città flagellata da roghi, deflagrazioni, sangue versato nei vicoli e tanta, tanta violenza, quella più feroce, penetrante. Leo guida la sua macchina sportiva, blindata, mentre fuori imperversa l’istinto primitivo e crudele della bestia uomo.
“Pensa a guidare, devi solo guidare!” – si ripete costantemente – ma il suo cammino è destinato a incrociare prede che lui deve sottrarre alla barbarie dei cacciatori. Così si ferma, esce dalla vettura, prende la mira e spara stendendo un carnefice.
Un soldato infallibile
Ora deve continuare il viaggio, ma quel gruppo di sopravvissuti è come un gregge di pecore fra i lupi e lui deve proteggerlo. Lo farà in maniera egregia, perché Leo Barnes è un soldato preparatissimo, praticamente infallibile, astuto nelle tecniche d’ingaggio, abilissimo nel corpo a corpo ed estremamente furbo.
Il bilancio della sua notte: tre donne messe in salvo, molteplici nemici abbattuti e due proiettili che lo passano da parte a parte, incapaci però di ucciderlo, perché Leo è un sergente d’acciaio, e si sa, l’acciaio è indistruttibile.
Frank Grillo lo interpreta con bravura fisica ed espressiva nel film Anarchia – La notte del giudizio, sequel de La notte del giudizio, diretto anch’esso da James DeMonaco.
Un personaggio inamovibile e magnetico, protagonista più che mai nel terzo capitolo della trilogia, La notte del giudizio – Election Year, dove è chiamato a fare da guardia del corpo alla senatrice Roan, colei che – qualora eletta – metterebbe fine alle carneficine annuali. Inutile dire che i due si ritrovano a combattere contro l’intero sistema. Ma anch’esso, per quanto potente ed effimero, deve cedere allo straordinario, granitico sergente Barnes.
