- Cinefocus, Scenari fantastici

Lo studio di Tony Montana

Crediti foto: Lucky Red

La dimora di un individuo corrisponde allo specchio del proprio essere ed è il riflesso del suo status sociale che identifica l’appartenenza a un ceto, a una classe, a una categoria. Tony Montana, protagonista del favoloso Scarface (Brian De Palma, 1983) – riproposto al cinema con Lucky Red dall’8 al 10 aprile 2024 in versione 4k per il 40° anniversario – concretizza la propria smisurata ambizione in una sfolgorante ascesa nell’ambito della malavita organizzata, diventando da rifugiato politico cubano in terra straniera un trafficante di droga ricchissimo ed estremamente potente.

L’emblema del potere a petto gonfio di Montana è rappresentato dalla sfarzosa villa di Miami, una tenuta del valore di svariati milioni di dollari, estesa per centinaia di metri quadrati e con quattro piscine in piena vista. Il cuore della “dimora”, se così vogliamo chiamarla, è costituito dal lussuoso studio dal quale Tony controlla tutto e tutti, intrattiene rapporti d’affari, accoglie “colleghi” e prepara azioni e trattative.

È qui che si avvicendano i momenti salienti della sua esistenza da semplice “essere umano”: qui egli riceve la telefonata del boss Sosa che lo condanna a morte; qui vede morire la sua amata sorella Gina e da questo stesso luogo (o meglio dalla soglia dell’entrata) parte il colpo del sicario Skull che lo uccide. Ma vediamo nel dettaglio questo interessante “luogo di lavoro”.

Descrizione dello studio di Tony Montana

Lo studio, di almeno 100 metri quadrati (l’estensione spaziale di un appartamento), comprende quattro mura rifinite in marmo pregiato, materiale con cui è costruito anche il pavimento.

Vi si accede tramite una robusta porta d’ingresso e un red carpet in stile gran galà conduce direttamente alla scrivania di Tony: un esemplare in legno nero che, sebbene preveda un design moderno, convive perfettamente con oggetti e ornamenti più datati, come il portasigari vagamente bohemien rivestito d’oro, il calamaio anticato e l’enorme abat jour.

La scrivania è rivolta proprio verso l’ingresso in modo che si possa controllare a vista d’occhio chi entra e chi esce, una premura fondamentale per Tony. La poltrona in pelle nera, con struttura portante dorata, reca sullo schienale morbido e confortevole il logo d’autore del trafficante, ovvero la T di Tony intrecciata alla M di Montana, a simboleggiare la straordinaria solidità e integrità dell’individuo, capace di legare il proprio nome al potere.

A sinistra è collocato un apparato video di 6 monitor collegati alle numerose telecamere installate per la sorveglianza dell’intera villa sia all’esterno che all’interno. Lo studio è arredato secondo un gusto un po’ contraddittorio ma decisamente funzionale: la spavalderia e la megalomania di Montana incontrano una caparbia ricerca di eleganza e lusso.

Ecco dunque la sussistenza di massicci tendaggi a decorazione della porta finestra che dà sulla balconata esterna, di arredi e complementi che richiamano uno stile ottocentesco: appliches luminose, lampade scolpite, divani a cuscinetti in pelle nera e tavolini in materiale ligneo di pregio. Tony Montana, inoltre, utilizza curiosamente un apparecchio telefonico che si rifà ai vecchi modelli della prima metà del ‘900.

Lo studio ha proprio tutto, da menzionare anche il consueto angolo bar e un armadio delimitato da due colonne greche nel quale è riposto l’arsenale di Tony, vale a dire pistole, fucili e il micidiale M16.

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
Leggi tutti gli articoli di Samuele Pasquino

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *