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Pallide lingue di fuoco – Una storia che rivela l’impossibilità dell’amore

pallide lingue di fuoco romanzoQuando lentamente ci si immerge e inoltra nella lettura di Pallide lingue di fuoco, sovviene quasi subito un bagaglio di immagini che rimanda a certe pellicole cinematografiche spoglie di mere velleità romantiche, anzi al contrario cariche di quell’esplicita volontà di raccontare con la R maiuscola nascita, evoluzione e deperimento del complicato dramma d’amore.

Un dramma facilmente declinabile nella tragedia shakesperiana, i cui respiri vivono prima di entusiasmo, poi di ansia, infine di angoscia esorcizzata dalla speranza di rigenerazione. Ogni storia, si sa, ha un proprio percorso e lo si affronta sempre in due, così simili all’inizio, così diversi alla fine, titubanti e dubbiosi lungo le fasi della meridiana sentimentale. Il nuovo romanzo di Pino Olivieri recupera volutamente dei clichés ai quali la Settima Arte ci ha abituato radiografando i casi della vita.

In questo specifico frangente, la languida ed eterogenea passione dei characters letterari Giulio Bettani e Viviana Guidanti segue per un tratto i binari del latente incontro scontro fra Johnny e Frankie, protagonisti di Paura d’amare diretto da Garry Marshall nel 1991. Lui cuoco, lei cameriera, entrambi nella stessa tavola calda: Johnny s’innamora di Frankie, parte alla sua conquista, paziente e talvolta un po’ sfacciata, ma la donna non ne vuol sapere, ustionatasi nel proprio passato contraddistinto da violenze fisiche e psicologiche.

Refrattaria agli uomini, ha nascostamente bisogno d’amore e di amare, ma la sua paura si è trasformata in una strana e deleteria fobia. Johnny non demorde, prosegue ostinato nel tentativo di aprirla a una esistenza rinnovata ed esclusiva. Insomma, prova a sgretolare i tanti mattoni di quel muro eretto da Frankie, perché lui all’amore crede e intende convertire la sua bella che sua non sarà mai veramente.

L’alchimia del mal d’amore

È in parte il tema di Pallide lingue di fuoco, non un esile pretesto per sciogliere cuori e commuovere bensì una riflessione tra i meandri estremamente stretti e convulsi del metasentimento. Niente di più lontano dalle opere di Liala o Harmony… storielle per casalinghe annoiate e trasognate zitelle che potevano avere una propria ragion d’essere ieri ma non certo oggi.

Il libro di Pino Olivieri è scritto con l’inchiostro dell’amarezza sardonica, il cui trasporto emozionale si tinge di apnea, di segmentata adrenalina, di quel sudore scaturito dall’unione dei corpi le cui anime si rincorrono in economia di fiato.

Allo scrittore classe 1954, originario di Lucera (FG) ma residente a Torino dall’età di due anni, interessa il meccanismo alla base dell’alchimia del massimo rapporto umano, l’alta forma di affinità applicata alle consuetudini eradicate dalla relazione amorosa, che non è fine a se stessa ma il sintomo di un tentato upgrade sociale a rischio di deriva e naufragio.

Nel romanzo prende piede il confronto fra due persone la cui amicizia arriva a sfociare in una liaison minata da molteplici incognite, in primis il gap generazionale (Giulio ha 54 anni, Viviana 33), in secundis il trait d’union professionale (lui è a capo di un’agenzia letteraria, lei una delle sue quattro dipendenti).

Ogni capitolo scandisce la marcia di avvicinamento a un qualcosa che, tuttavia, non si riesce mai a raggiungere: in altre parole, non uno ma infiniti climax incanalati in un viaggio fatto di lacerazioni interiori, immagini pessimistiche e spettri del passato.

La congiunzione pseudo-astrale di due individui legifera sul conflitto di approccio, frastagliato, a corrente alternata, capace di evidenziare differenze fra l’illusione maschile e la disillusione femminile entrati d’irruenza nel massacrante gioco dell’elastico sentimentale consumato sulle montagne russe del desiderio, dell’afflizione e della rabbia.

In tutto ciò, Viviana rappresenta l’ago della bilancia, la bussola, il barometro e l’algoritmo impazzito, tipico della donna che ha sofferto e non vuol soffrire più, che siano pene fisiche, violenze nel profondo dell’animo e dolori in scala variabile.

Struttura narrativa

La narrazione impostata da Olivieri pressa su vorticosi pensieri personali inespressi, dialoghi che spaziano dalla più soave delicatezza alla schiacciante nevrosi, malinconie e interrogativi grossi come macigni. Il tutto dentro, intorno e dietro quotidiane pause in cui la conciliazione avviene tra i profumi e gli aromi di una bottiglia di vino stappata in compagnia, caffè sorseggiati in ufficio, focose smanie carnali soddisfatte nella finta clandestinità.

Una lettura che resta, impregnata di calore e candido erotismo, che non se ne va riempiendo i vuoti. Olivieri cita versi rivisitati della poesia Solo di Edgar Allan Poe, spiegando infine quel titolo, Pallide lingue di fuoco, attraverso le parole di Giulio, sorta di alter ego dall’eloquenza potente e trascinante:

Tu hai presente il fuoco quando brucia? Ebbene, quando arde produce delle alte fiammate che sembrano lingue sfavillanti. Tutte le storie d’amore sono sempre un fuoco, anche nella mia storia esiste questo fuoco, queste lingue ardenti. Ma è una storia d’amore un po’ strana, bizzarra, che, pur essendo struggente e molto intensa, è piena di incertezze, di insicurezze, di dubbi e sono queste le cose che rendono il fuoco dell’amore incapace di ardere con la sua forza scoppiettante. Esso appare debole, con le sue esili lingue che si alzano al cielo, senza quell’impeto fiammeggiante come dovrebbe avere, quindi è pallido. Il pallore dell’incertezza che si riversa, quindi, sulle lingue di fuoco.

Finito di stampare a novembre 2023, Pallide lingue di fuoco è disponibile all’acquisto contattando l’autore Pino Olivieri alla casella mail pinotafferugli@libero.it. Prezzo di copertina € 18,00.

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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