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Roy Batty

Nel film Blade Runner, diretto nel 1982 da Ridley Scott, il personaggio più affascinante e controverso risulta essere sicuramente Roy Batty. Roy è un replicante di tipo Nexus 6, creato dalla Tyrell Corporation per lavorare nelle colonie extramondo come schiavo.

Evoluzione e coscienza di sè

Si tratta di un androide molto sofisticato, superiore all’uomo per intelligenza, forza e agilità, del tutto simile all’essere umano come aspetto ma apparentemente incapace di provare emozioni proprie. I suoi creatori, temendo un’evoluzione riguardo a sentimenti e l’acquisizione della coscienza di sè, lo hanno dotato di un dispositivo che ne limita la durata di vita a soli 4 anni, così come tutti gli altri androidi.

Insieme a Lion, Pris e Zora, Roy fugge dalle colonie extramondo e arriva a Los Angeles, cercando di introdursi alla Tyrell Corporation per rimuovere il dispositivo e garantirsi una vita lunga. Si dovrà scontrare con Richard Deckard, un Blade Runner incaricato di ritirare ogni androide clandestino presente sul pianeta.

L’ammirazione per l’uomo

Roy non esita a uccidere per raggiungere il suo scopo, dimostrando freddezza e determinazione. Ha la meglio sul suo avversario, tuttavia anziché lasciarlo cadere da un tetto lo salva inaspettatamente, suscitando lo stupore di Deckard. Il replicante muore poco dopo – non prima però di aver declamato un meraviglioso monologo sulla propria breve esistenza – andando incontro a un destino scritto che ne ha però rivelato la vera natura, quella di un essere diverso che ha dichiarato la sua ammirazione per l’uomo e per la sua vita.

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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