“Sei grosso con l’armatura: tolta quella che cosa sei?”
“Un genio, miliardario, playboy, filantropo!”.
Questa l’irriverente risposta di Tony Stark, alias Iron Man, a Capitan America in The Avengers (Joss Whedon, 2012): uno dei film in cui Robert Downey Jr. veste con charme e ironia i panni del supereroe della Marvel.
Tony Stark prima di Iron Man
Sfacciato, egocentrico, sarcastico, narcisista e con tendenze all’autodistruzione, ma comunque un genio. Da alcuni definito il “Leonardo Da Vinci dell’epoca moderna” , da altri il “mercante di morte”, vola in Afghanistan per presentare il nuovo avanzatissimo missile Jericho delle Stark Industries ma, mentre chiacchiera amichevolmente con dei militari dell’esercito statunitense nella “spasso-mobile”, viene catturato da un gruppo di terroristi chiamati “Dieci Anelli”.
Viene ferito da una mina prodotta proprio dall’industria che porta il suo nome, e delle schegge gli si conficcano nel petto; Yinsen, suo compagno di prigionia, gli salva la pelle e lo aiuta a realizzare il suo progetto: un’armatura che lo porterà fuori da quella caverna in cui, per la prima volta nella sua vita, ha vacillato nelle proprie convinzioni, gettando le basi per la trasformazione dall’irresponsabile miliardario che raccoglie senza rimorsi i benefici della distruzione, all’eroe che potrebbe essere.
Monopolizzare la pace
Si ritrova a combattere contro Obadiah Stane, suo socio in affari, contro la propria azienda e contro tutto ciò che ha contribuito a costruire, decidendo di dare un nuovo taglio all’industria. Basta con le armi, perché possono finire nelle mani sbagliate e nuocere a quelle stesse persone che si voleva proteggere.
Capito questo, basta avere un’unica arma ineguagliabile, la cui tecnologia sia sconosciuta e inarrivabile al resto del mondo, e l’America sarà al riparo da qualsiasi attacco. Il risultato? Tony Stark, o meglio Iron Man, ha “monopolizzato la pace”. E infatti lo vediamo, in Iron Man 2 (Jon Favreau, 2010), a bordo di una macchina da corsa prodotta proprio dalle Stark Industries, poco prima di imbattersi in Ivan Vanko, il temibile villain dal dente d’oro interpretato da Mickey Rourke, doppiato dal nostro Francesco Pannofino.
I congegni elettronici e Pepper, le costanti di una vita
Qual è il contorno di questo eroe? Soldi, donne e tecnologie avanzate come se piovesse, macchine iper-costose, congegni elettronici che chiama per nome (anzi, con l’appellativo “idiota”) e prende in giro ma che, quando serve, gli salvano la vita, e poi lei: Pepper.
L’unica costante della sua vita, la sua stella polare, colei che riesce a tenergli testa, a mettergli un freno quando serve e a organizzargli l’esistenza.
Si può riassumere il loro rapporto con una frase pronunciata dallo stesso Stark lanciandosi da un aereo: “Tu mi completi!”.