Titolo originale: A Complete Unknown
Regia: James Mangold
Sceneggiatura: James Mangold, Jay Cocks
Cast: Timothée Chalamet, Edward Norton, Elle Fanning, Monica Barbaro
Musiche: Nick Baxter
Produzione: USA 2024
Genere: Biografico
Durata: 141 minuti

Trama
New York, anni ’60. Un giovane Bob Dylan (Timothée Chalamet) approda nella Grande Mela con uno zaino in spalla, una chitarra, e un obiettivo: trovare il suo idolo Woody Guthrie (Scoot McNairy). Da questo incontro, inizierà l’inarrestabile ascesa nel panorama musicale americano.
Recensione
James Mangold torna a cimentarsi con un biopic dopo aver diretto nel 2005 la storia di Johnny Cash in Walk the Line – Quando l’amore brucia l’anima. Egli rimane nel contesto degli anni ’60 e affronta i primi anni newyorkesi di Bob Dylan, alcuni sviluppi della sua carriera musicale e le sue relazioni interpersonali, che lo influenzeranno profondamente.
In un’epoca in cui l’attenzione media dello spettatore continua a calare, il vero coraggio del regista (qui anche sceneggiatore) risiede nel voler stimolare il pubblico a leggere più in profondità attraverso le immagini. A Complete Unknown presenta una narrazione più frammentata, meno “classica” rispetto al genere, che mette in primo piano l’emotività dei propri personaggi come vero veicolo per il racconto.
Nel film si parla poco, non sempre bene. Si suona molto, e si canta. È per mezzo di queste sequenze che i personaggi comunicano davvero, comprendendosi l’un l’altro, o scontrandosi. Le loro interazioni rappresentano il vero fulcro del film, il filtro tramite cui raccontano le loro passioni, ambizioni e battaglie. Mangold sceglie di dare priorità alla storia e mette la cinepresa a servizio delle immagini.
Non è assenza di personalità, ma dimostrazione di una concreta sensibilità artistica e di un preciso intento narrativo. L’America della controcultura è rappresentata con autenticità e vivacità. I suoi personaggi, uno più interessante dell’altro, danno vita a un ritratto corale della scena folk americana, e gli interpreti non deludono, completamente immersi nei rispettivi ruoli, specialmente Elle Fanning.
Degna di nota la fotografia di Phedon Papamichael, in grado di incorniciare visivamente la pellicola, e i comparti scenografico e costumistico che rendono l’estetica ancora più veritiera. Il biopic di Mangold presenta un’opera per certi aspetti generazionale, in cui a plasmare il mondo sono persone coraggiose, disposte a lottare per i valori in cui credono.
Curiosità
Per girare con l’approccio giusto il film, James Mangold si è molto ispirato all’Amadeus di Milos Forman, suo mentore dall’inizio della carriera.