Titolo originale: M3GAN 2.0
Regia: Gerard Johnstone
Sceneggiatura: Gerard Johnstone, James Wan, Akela Cooper
Cast: Allison Williams, Violet McGraw, Amie Donald, Jenna Davis
Produzione: USA 2025
Genere: Fantascienza
Durata: 120 minuti

Trama
Gemma (Allison Williams) è diventata una figura di spicco nella regolamentazione delle IA mentre Cady (Violet McGraw), ormai adolescente, è sempre più ribelle. Mentre le due continuano a vivere una vita sempre più difficile e meno spensierata, una potente azienda militare ha rubato il progetto di M3GAN per creare Amelia, un’arma d’infiltrazione molto pericolosa che sviluppa coscienza propria.
Per fermarla, Gemma è costretta a riattivare M3GAN, aggiornata e ancora più performante, dando inizio a uno scontro tra intelligenze artificiali per la salvezza dell’umanità.
Recensione
A due anni e mezzo dall’uscita di M3GAN, Gerard Johnstone torna alla regia di un sequel più cupo, lucido e consapevole, che riflette come mai prima sul volto ambiguo della tecnologia contemporanea.
Il secondo lungometraggio della saga sull’inquietante bambola hi-tech sente ancora una volta l’esigenza di andare ben oltre i confini del semplice prodotto horror - etichettarlo così, in questo caso, sarebbe riduttivo se non fuorviante – puntando a sondare territori inesplorati, spingendosi oltre i codici tradizionali del genere e scegliendo linguaggi espressivi audaci, innovativi e tutt’altro che convenzionali.
Se nella maggior parte dei casi un sequel si limita a replicare gli elementi vincenti del primo capitolo, M3GAN 2.0 sceglie un’altra strada. Gli elementi narrativi vengono stravolti e arricchiti, dando vita a un’opera che, con un’apertura molto più stratificata, si muove con disinvoltura tra generi, ambientazioni e obiettivi sempre nuovi, senza mai adagiarsi sulle formule già sperimentate.
Ciò che la storia intende trasmettere è la natura potenzialmente nociva dei dispositivi tecnologici contemporanei: strumenti affascinanti ma insidiosi, capaci di trasformare l’essere umano in una pedina, vittima di un sistema che ne muove i fili. L’opera suggerisce che la tecnologia ha pieno diritto di esistere, ma solo se rimane sotto il controllo di chi l’ha generata; diversamente, il rischio è che l’intelligenza artificiale smetta di servire l’uomo e cominci, invece, a dominarlo.
In questo caso, il tema della responsabilità si pone al centro della pellicola, denunciando apertamente l’uomo odierno: ridotto a ingranaggio di un sistema capitalistico che impone una corsa all’innovazione e alla moltiplicazione produttiva, finendo per mettere da parte la qualità, sacrificandola in nome della velocità e dell’efficienza. Il film critica questa deriva, mostrando conseguenze irreversibili.
L’intera e stravagante avventura dell’androide si configura come un incessante tiro alla fune tra umano e tecnologia, un confronto in cui il dominio passa da una parte all’altra fino a sfumare, rendendo i confini tra creatore e creatura sempre più indistinti. In questo scenario drammatico e tristemente attuale, emerge con chiarezza una verità inquietante: l’essere umano, spinto dal desiderio di superare i propri limiti, è riuscito a generare una macchina che ora lo intimorisce, specchio deformante delle sue stesse ambizioni.
Le tematiche affrontate vengono filtrate attraverso una narrazione che non rinuncia mai alla leggerezza e a una comicità tagliente, gli stessi ingredienti che avevano decretato il successo del primo capitolo nel 2023. Questo tono ibrido permette al film di coinvolgere nuovamente lo stesso pubblico, offrendo riflessione e intrattenimento in perfetto equilibrio.
Curiosità
Rispetto all’impostazione iniziale più intima e circoscritta del primo lungometraggio, M3GAN 2.0 espande la propria portata fino a scenari di respiro globale: tra missili, operazioni di spionaggio internazionale e spettacolari combattimenti corpo a corpo. Questa svolta più ambiziosa si riflette anche nel budget di produzione, che triplica rispetto al film originale, passando da 12 a 36 milioni di dollari.