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Todi Sangiovese DOC 2018: il Sanguis Jovis da un’annata eccezionale

Dopo avervi raccontato l’esperienza di tasting con il Grechetto di Todi DOC, il vino in purezza umbro citato da Plinio il Vecchio, è ora tempo di assaggiare un rosso ch’è un altro cavallo di battaglia della Cantina Tudernum, ovvero il Todi Sangiovese DOC 2018. Qui si incontrano due elementi molto favorevoli: la nascita dal vitigno più coltivato e utilizzato in terra italiana e la vendemmia in un’annata semplicemente spettacolare, fra le più equilibrate del primo quinto di secolo.

Struttura del Todi Sangiovese

Il vino in questione, appunto il Todi, si compone di uve Sangiovese all’85% + il restante 15% di Merlot. Un bel Sanguis Jovis maturato in botte di rovere per ca. 8 mesi, ai quali se ne aggiungono altri 6 di affinamento in bottiglia. Questa summa determina così un profumo intenso una volta stappato e versato in calice, con un corpo lievemente aggressivo che ben si sposa con la carne alla griglia abbinata all’atto della degustazione. Il bevante che si colora lentamente di uno spiccato rosso rubino è un piacere per gli occhi.

Lasciato ben ossigenare, il Todi Sangiovese DOC libera sentori di frutti rossi maturi evidenziando a fine sorso una marcata tannicità. Si percepisce senza alcun dubbio la non purezza del nettare, ne deriva la leggera asprezza, la lieve pastosità e il finale secco molto persistente. Il connubio di intensità e struttura dà come risultato un 13% vol. alc. che si sente tutto. Lo stesso non si può dire per le note speziate, sulla carta presenti ma davvero troppo timide per emergere o incidere.

Va certamente elogiato il lavoro in progresso che cantina Tudernum sta compiendo nel panorama umbro, dimostrando una costanza nell’ottenere per le proprie linee (moderna e classica) non solo quantità ma soprattutto qualità a partire dagli ottimi mosti poi vinificati.

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
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