panorama san felice circeo
- Lazio, Turismo

San Felice Circeo da Circe ad Anna Magnani

panorama san felice circeo
Litorale di San Felice Circeo

Nonostante sia ormai da molti anni assurta a località balneare rinomata – prima scelta di tanti vip nostrani ma anche di celebrità d’oltreconfine – San Felice Circeo non smette di promuoversi, abbellirsi e arricchirsi, rivelando un carattere ambizioso ed evergreen.

La fisionomia di borgo tirrenico, perennemente Bandiera Blu e insignito di riconoscimenti per il suo eccellere in accoglienza e ospitalità, gioca un ruolo chiave nell’affluenza turistica, eppure buona parte dei visitatori dimostra un vivido interesse anche per compendi che esulano dalle meraviglie della costa.

San Felice (questo il primigenio nome), appena 10.000 abitanti e tanta vocazione per la tranquillità, è di fatto la perla urbana del Parco Nazionale del Circeo, un comprensorio caratterizzato da vegetazione eterogenea, biodiversità in termini di flora e fauna, sentieri, testimonianze archeologiche e rimandi epici da pelle d’oca. Quest’unicum si situa nell’Agro Pontino, nella provincia di Latina ad appena 100 km a sud di Roma nel Lazio.

Tra storia e mitologia sotto il segno di Circe

Qui l’excursus storico ha stabilito una simbiotica connessione con la mitologia fissando una sorta di crasi, una fusione di leggende e remoti accadimenti capaci di disegnare nei secoli l’intero territorio, plasmarlo, scolpirlo sotto il segno della maga Circe, l’incantatrice descritta da Omero nella sua Odissea come divinità greca figlia di Elios e Perseide, in grado di ammaliare Ulisse trattenendolo per un anno dal ritorno a Itaca generando Telegono.

Testa scultorea Circe

Citata nondimeno da Euripide nella Medea, da Apollonio Rodio nelle Argonautiche, da Ovidio nelle Metamorfosi e da Virgilio nell’Eneide, Circe è in questa particolare oasi di bellezza e naturalismo – solo parzialmente antropizzato – una vera icona, un riferimento per la nomenclatura dei luoghi, per le suggestioni che vi derivano e che accompagnano gli escursionisti lungo i sentieri del promontorio.

Una di queste serpeggianti stradine – adeguatamente segnalate e numerate nonché classificate in base alla difficoltà del percorso – porta alla celeberrima Grotta di Circe, concrezione rocciosa che la maga chiamò casa.

Tutti ci siamo chiesti almeno una volta che volto avesse. Il quesito trova risposta nella testa marmorea rinvenuta casualmente nel 1928 nei pressi del santuario eretto sulla vetta del Monte Circeo: la scultura evidenzia, seppur afflitta dall’usura del tempo, i tratti della maga, simili a quelli dell’Afrodite Cnidia di Prassitele. È conservata nel salone dell’Ufficio Informazioni Turistiche.

Il piccolo comune ha insomma un appassionante racconto da narrare a chi vi fa visita, una favola per immagini che ha inizio dal suo esteso hinterland e, per vie concentriche, si focalizza sullo splendido agglomerato di case abitato, tra l’altro, da un folto stuolo di gatti selvatici, mansueti e davvero affettuosi.

L’entourage comunale, ben conscio del tesoro che ha l’onore di amministrare, provvede con assiduità a ispessire servizi per il turista affinché l’esperienza di visita rimanga nella memoria, e con ciò efficientare ogni comparto a supporto dell’avventore.

La Preistoria nelle grotte lungo il promontorio

grotta delle capre a san felice circeo
Grotta delle Capre

San Felice Circeo possiede uno scrigno di vestigia tale da far invidia a molte cittadine della regione, forte di origini le cui radici affondano addirittura nella Preistoria della quale è cartina tornasole Grotta Guattari, scoperta nel 1939 dal professor Alberto Carlo Blanc e da allora oggetto di scavi e operazioni di recupero riguardanti resti di uomini di Neanderthal, ossa fossili di natura animale e pietre convertite in utensili.

Altro ambiente di rilevanza cruciale corrisponde alla Grotta del Fossellone, seconda per importanza paleontologica, abitata sia dai neanderthaliani che dagli Homo sapiens. Per la loro conformazione sono salite alla ribalta anche la Grotta delle Capre, la Grotta del Presepe e, ancora, la Grotta dei Prigionieri e la Grotta del Bombardiere, la più lontana dal borgo.

Sul versante meridionale s’aprono Grotta Lanzuisi, la Grotta dell’Impiso e la Grotta Azzurra visitabile solo via mare. I sentieri del promontorio concedono punti panoramici esclusivi toccando siti quali le Mura Ciclopiche e i ruderi del Fortino napoleonico. Impagabile poter osservare lo sconfinato orizzonte dalla Croce o dal Faro di Capo Circeo. E da Punta Rossa si riscende ammirando le cristalline piscine naturali.

Lasciti romani: la Villa dei Quattro Venti

Tornando intra moenia a San Felice Circeo si notano elementi direttamente correlati alla reminiscenza dei tempi andati, in cui si alternarono diverse popolazioni, Sabini, Etruschi, Volsci, Focei e Romani.

villa dei quattro venti a san felice circeo
Tempietto Villa dei Quattro Venti

Proprio questi ultimi hanno definito una chiara impronta tramite la Villa dei Quattro Venti, residenza tardo repubblicana (I sec. a.C.) di valore inestimabile che – grazie soprattutto ai successivi restauri voluti dal principe di Polonia Józef Antoni Poniatowski (a cavallo fra XVIII e XIX secolo, prese in affitto il feudo per 18 anni operando sensibili ampliamenti sul territorio e migliorandolo sotto diversi aspetti) – offre un’idea limpida di ingegneria e acume architettonico riflesso in un cospicuo lascito di cisterne e mura realizzate con la tecnica edilizia dell’opus incertum entro un’area di 8.000 mq.

Il complesso monumentale deve il suo nome al tempietto presente sulla terrazza superiore (in tutto sono tre), una struttura in realtà ottocentesca esposta appunto ai quattro venti in virtù della sua collocazione.

Il Medioevo dai Cavalieri Templari ai Caetani

torre paola a san felice circeo
Torre Paola

Il Medioevo fu contraddistinto dalla presenza dei Cavalieri Templari qui inviati nel ‘200 dal Pontefice Gregorio IX per occupare la Rocca Circea durante il conflitto con Federico II. Emblema di quel periodo è la Torre dei Templari che si erge sopra la corte municipale, provvista di orologio a numeri romani, sebbene i richiami siano un po’ ovunque, compresi cartelli e segnalazioni di locali.

E se nel 1501 l’abitato venne distrutto dalla furia di Federico I d’Aragona per scacciare i nemici Caetani, proprio gli esiliati fecero ritorno anni dopo impegnandosi nella ricostruzione di San Felice, della cerchia muraria, del Palazzo Baronale (attuale sede del Comune) e dell’arco di accesso.

Nel 1562 papa Pio IV diede incarico ufficiale a Nicolò e Bonifacio Caetani di mettere a punto un sistema di difesa basato sull’erezione di quattro imponenti bastioni rispondenti a Torre Paola, Torre Fico, Torre Cervia e Torre Moresca (antecedenti alla Torre Olevola), atte a contrastare le incursioni dei pirati saraceni. I successivi secoli accrebbero non di poco il benessere degli abitanti, ultimando la definizione del borgo.

Dal centro storico al litorale

San Felice Circeo

Oggi più che mai, San Felice Circeo gode di longeva salute e fornisce ottimi motivi per passarvi alcuni giorni di vacanza specialmente in estate. Bello e rilassante passeggiare seguendo i cardi e i decumani lastricati, tra i balconi fioriti e le scalinate in pietra, le caratteristiche sculture come I giochi di una volta ad adornare i graziosi scorci.

L’installazione raffigura due bambini intenti a spingersi in maniera scanzonata vicino a una vecchia macina. A pochi metri appaiono una fontana e un’ancora lignea.

Il suo litorale prolunga per chilometri e grazie a frangiflutti artificiali disposti a ridosso della costa, ciascuna spiaggia viene protetta dal moto ondoso assicurando acqua calma e pulita.

Non mancano strutture ricettive attrezzate di ogni comfort come l’Hotel Maga Circe, elegante quattro stelle a conduzione familiare dotato di piscina e terrazza vista mare per colazioni a buffet, pranzi e cene.

La cucina laziale nei menù di terra e di mare

Piatti menù ristoranti San Felice Circeo

Non dimentichiamo che nel Lazio la cucina incontra i gusti dei più esigenti. Se non ci credete, fate un salto all’Antico Mulino per assaggiare una bella tagliata di manzo al sangue accompagnata da un sanguigno Merlot IGT Lazio, oppure all’Annarella Ammare dove i frutti di mare in crosta di pane sono un must, o ancora al ristorante La Scogliera specializzata in cozze alla marinara.

Un’autentica food experience la garantisce Madreterra, che nel cuore del borgo serve una succulenta parmigiana di melanzane anticipando mezze maniche al ragù bianco di friggitelli e salsiccia, un secondo a base di coniglio alla pancetta croccante e varianti come la tartare vegana.

Anna Magnani e San Felice Circeo

Tomba di Anna Magnani nel piccolo cimitero di San Felice Circeo

Tutte prelibatezze veraci che la grande attrice Anna Magnani avrebbe certamente apprezzato. Artista cinematografica che era solita trascorrere momenti di spensieratezza nella sua villa tuttora sul promontorio, le sue spoglie riposano nel minuscolo cimitero comunale insieme a quelle di Alberto Lupo e Lyla Rocco.

Di fronte al municipio è attivo il Cinema Magnani. Un museo permanente presso la Torre Templare espone oggetti, libri, mobili, gioielli e dipinti appartenuti a Elsa De Giorgi. Il cineturismo è favorito, inoltre, dal fatto che alcuni film del passato sono stati girati in loco.

Nel 1953 Mario Mattoli diresse Totò nella commedia Un turco napoletano, seguito da Oscar Capponi che immortalò San Felice Circeo ne All’Alba datato 1960. Diversi scorci fanno da sfondo a Il compleanno (Marco Filiberti, 2009), In buona compagnia (Cristina Comencini, 2019), Maledetta primavera (Elisa Amoruso, 2020) e L’incredibile storia dell’isola delle rose (Sydney Sibilia, 2020).

Più recenti Tre sorelle (Enrico Vanzina, 2022) e L’ordine del tempo (Liliana Cavani, 2023).  Il cinema italiano continua dunque a scegliere il Circeo e le sue location per produrre pellicole. Monica Guerritore inizierà nel 2024 le riprese del primo biopic dedicato a Nannarella, soprannome molto caro alla Magnani.

Le chiese e il Cristo del Circeo

Chiesa di Santa Maria della Pietà a San Felice Circeo
Chiesa di Santa Maria della Pietà

Sotto il profilo religioso, la comunità sanfeliciana è permeata da un profondo credo cristallizzato nelle molteplici chiese disseminate nell’alveo cittadino. Tra di esse val bene menzionare la Parrocchiale di San Felice Martire con le reliquie del patrono (la festa si tiene il 29 luglio con una sontuosa processione per le vie del paese), la Chiesa dell’Immacolata ai piedi del Monte Morrone dominato dalla statua della Madonna e la Chiesa di Santa Maria della Pietà che si fregia di una cappella trecentesca e un affresco in abside raffigurante il Cristo Redentore.

Infine, il simbolo sicuramente più suggestivo è il Cristo del Circeo, una statua sommersa, ancorata a un piedistallo di cemento armato deposto sul fondale marino.

Samuele Pasquino

Classe 1981, mi sono laureato in Lettere presso l'Università degli Studi di Torino. Giornalista dal 2012, ho studiato storia del cinema specializzandomi nell'analisi di pellicole di tutti i generi dalla nascita della Settima Arte a oggi. Tenendo ben presente il concetto di lettura non come intrattenimento bensì come formazione, mi occupo da anni anche di turismo e realizzo reportage di viaggio. Estremamente sensibile alla tematica enogastronomica, tratto la materia con un'attenzione specifica verso la filiera di qualità fra tradizione e innovazione. Per me il giornalismo non è solo una professione, è una missione!
Leggi tutti gli articoli di Samuele Pasquino

1 thought on “San Felice Circeo da Circe ad Anna Magnani

  1. Carissimo, buonasera. Complimenti per i suoi articoli e per la sua passione cinematografica che condivido.
    Purtroppo le pellicole che sono poi effettivamente ambientate a San Felice Circeo sono poche e solo per piccoli scorci. Tutte quelle indicate, più che a San Felice sono ambientate sul litorale di Sabaudia, dove ci sono adiacenti a Villa Volpi diverse ville utilizzate dalle produzioni. Solo “Una voglia matta” del grande Salve fa una capatina a San Felice, per pochi fotogrammi, il resto è ambientato tutto sul litorale nominato poco fa.
    Sono pochissimi anche i fotogrammi del grande Totò in “Un Turco napoletano”, Ma almeno sono effettivamente a San Felice.
    Anche “L’impiegato” a memoria credo del 1959 con il grande Saturnino Manfredi ambienta qualche minuto a San Felice, e credo che sia in assoluto la sequenza più lunga mai apparsa in un film, 5 minuti di un bel bagno a mare del compianto attore.
    Un caro saluto
    Fabrizio da Roma

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *