Titolo originale: The Prodigy
Regia: Nicholas McCarthy
Sceneggiatura: Jeff Buhler
Cast: Taylor Schilling, Jackson Robert Scott, Peter Mooney, Colm Feore
Musiche: Joseph Bishara
Produzione: USA, Canada 2019
Genere: Horror
Durata: 92 minuti
Trama
Nell’esatto momento in cui il serial killer Edward Scarka viene ucciso dalla polizia, Sarah (Taylor Schilling) dà alla luce Miles (Jackson Robert Scott). Lei e il marito John notano nel bambino una crescita mentale fuori dal comune e presto Miles dimostra capacità cognitive notevoli. Con il compimento degli otto anni, manifesta però anche strani comportamenti e deliri verbali nel sonno.
L’emergere di accadimenti inquietanti spingono la coppia a far visitare Miles da una specialista, la dott.ssa Elaine Strasser, che scopre nel ragazzo qualcosa di inimmaginabile e sconcertante con l’aiuto di Arthur Jacobson (Colm Feore)
Recensione
Necessario da subito mettere i primi puntini sulle i: The Prodigy – Il figlio del male è un film che segue il lungo filone horror dei “bambini terribili”, di cui fanno parte i numerosi Omen, L’innocenza del diavolo, Babadook e tanti altri. La differenza sta nella causa del male che affligge Miles fino a controllarne i comportamenti e degenerarne a poco a poco l’esistenza fanciullesca. Non è posseduto dal demonio come Regan ne L’esorcista, e non ne è nemmeno figlio come Damien, bensì è vittima di una reincarnazione di cui beneficia l’anima perversa di un assassino.
E non c’è niente di più angosciante della constatazione da parte di due genitori ai quali crolla il mondo addosso. Religione induista, credo buddista e fenomeni soprannaturali si fondono nella parabola discendente di Nicholas McCarthy, per il quale la sceneggiatura di Jeff Buhler rappresenta una vera manna dal cielo.
Attraverso un netto gioco di parallelismi attuati per immagini similari, McCarthy ci instilla immediatamente un dubbio atroce, che va concretizzandosi man mano che gli accadimenti si fanno più nitidi e la storia prende piede. I ben pochi jumpscares annullano l’ovvietà narrativa aprendo a soluzioni non nuove ma perlomeno inattese.
I picchi di tensione si raggiungono nelle sequenze notturne, nel silenzio plumbeo della casa, al suono della voce di Miles delirante osservato da Sarah interpretata dalla bravissima Taylor Schilling, star della serie Orange is the new black. La recitazione di Jackson Robert Scott si avvicina invece molto, per sguardo vitreo e voluta falsità negli atteggiamenti, a Jackson A. Dunn, l’anti Superman di Brightburn.
Insomma, The Prodigy è una pellicola con ben poco di nuovo, eppure sa conquistare anche i palati più esigenti del genere osando dilatare qualche tempo filmico oltre il consentito, funzionando nella sua durata ordinaria di un’ora e mezza. Ed è interessante il modo in cui la convivenza delle due anime in un solo corpo viene resa scena per scena fino al climax e all’epilogo.
Curiosità
Curiosamente, Jackson Robert Scott e Jackson A. Dunn (Brightburn) hanno davvero molto in comune: entrambi si chiamano Jackson, hanno tre nomi e si assomigliano.
