Il monologo di tre minuti con cui inizia Basta che funzioni di Woody Allen è un esilarante racconto, cinico e dissacrante, di ciò che è la vita secondo il protagonista Boris Yellnikoff, anziano fisico di fama internazionale un tempo candidato al premio Nobel. La sua visione, tutt’altro che rosea, è un susseguirsi di critiche alla società di oggi, composta sostanzialmente da “idioti” condannati a rivolgere lo sguardo costantemente all’indietro, prigionieri dei rimpianti e di autoriflessioni condite di “avrei potuto” e “avrei dovuto”.
Boris parla direttamente al pubblico che sta guardando il film: la vita secondo lui si riduce a essere un “basta che funzioni“, un accontentarsi di quello che ci viene dato, tanto tutto si esaurisce in nulla. Il mondo stesso è costellato di orrore, crisi, morte, distruzione; abbiamo sogni infranti, speranze irrealizzate, storie d’amore insoddisfacenti.
Nell’estremismo di queste considerazioni si riconoscono però amare verità, ad esempio quella secondo la quale, nonostante tutto, ci sia sempre qualcuno (idiota o meno) che si prende la briga di insegnare agli altri come vivere, oppure quella di leggere svogliatamente il giornale la mattina e fare finta che quello che accade intorno a noi a stento ci appartenga.
Il monologo iniziale di Basta che funzioni
Questo è un estratto, ma merita la visione completa.
“[…] Ma qual è il significato di tutto? Niente! Zero! Nulla! Tutto finisce in nulla, anche se non mancano gli idioti farfuglianti… Non parlo di me, io le visioni ce le ho, sto parlando di voi, dei vostri amici, dei vostri colleghi, dei vostri giornali, della tv, tutti molto felici di fare gli hackers e completamente disinformati, morale, scienza, religione, politica, sport, amore, i vostri investimenti, i vostri figli, la salute…
Cazzo, se devo mangiare nove porzioni di frutta e verdura al giorno per vivere, non voglio vivere. Io detesto la frutta e la verdura, e il vostro Omega 3, e i tapis rulant e l’elettrocardiogramma e la mammografia, la risonanza pelvica, mio Dio! La… la.. la colonscopia! E con tutto ciò arriva sempre il giorno in cui mi ficcano in una scatola e avanti con un’altra generazione di idioti, i quali vi diranno tutto sulla vita e decideranno per voi quello che è appropriato.
Mio padre si è suicidato perché i giornali al mattino lo deprimevano, e lo potete biasimare? Con l’orrore, la voluzione e l’ignoranza, la povertà e i genocidi e l’Aids e il riscaldamento globale e il terrorismo e quegli idioti con i valori della famiglia e con i maniaci delle armi. ‘L’orrore’ – dice Conrad alla fine di Cuore di tenebra – l’orrore… e beato lui che non distribuivano il Times nella jungla… Non avrebbe visto l’orrore, ma che si può fare?
Leggete di qualche massacro nel Darfur o di uno scuolabus fatto esplodere e attaccate ‘oh mio Dio l’orrore’ e poi voltate pagina e finite le vostre uova di gallina ruspanti perché tanto che si può fare? Si è sopraffatti“.