Titolo originale: Il ragazzo dai pantaloni rosa
Regia: Margherita Ferri
Sceneggiatura: Roberta Proia
Cast: Samuele Carrino, Claudia Pandolfi, Sara Ciocca, Corrado Fortuna
Musiche: Francesco Cerasi
Produzione: Italia, 2024
Genere: Drammatico
Durata: 121 minuti
Trama
Sullo schermo viene riportata la vera storia di Andrea Spezzacatena (Samuele Carrino), adolescente sensibile, coraggioso e molto legato alla madre Teresa (Claudia Pandolfi).
L’allontanamento dalla sua migliore amica Sara (Sara Ciocca), la separazione dei suoi genitori, lo strano legame con il compagno di scuola Christian (Andrea Arru) e la decisione di indossare un paio di pantaloni rosa lo renderanno estremamente fragile e vulnerabile a vari episodi di bullismo. Devastato e arreso, Andrea deciderà di togliersi la vita.
Recensione
La storia viene accompagnata da una colonna sonora struggente, tra cui risalta la canzone di Arisa Canta Ancora. In questo contesto, in cui tutto il vero e il tragico viene riportato all’attenzione, i giovani attori dimostrano un impegno e un’empatia che vanno al di là del mero compitino davanti alla cinepresa.
Il ragazzo dai pantaloni rosa ci colpisce più per il tema che affronta che per le immagini e le singole inquadrature. Fin dall’inizio si viene guidati nella vita del ragazzo da Andrea e dalla sua voce narrante. Sembra raccontare questo avvenimento con molta tranquillità, come se aver preso tale decisione – il suicidio – fosse la cosa più normale di questo mondo e l’unico modo per andare avanti e liberarsi dall’afflizione.
Quei pantaloni rosa rappresentano l’ingiustificata e inutile etichetta che la società appioppa a chi li indossa, a chi si comporta in maniera diversa, leggermente più affettuosa e sensibile degli altri, a chi si sente libero di esprimere le proprie emozioni. Abbiamo talmente tanto paura di essere etichettati in modo “sbagliato” da etichettare gli altri prima che loro lo facciano con noi.
Non sembra essere la vergogna o la sofferenza a guidare Andrea nella sua decisione, ma il vuoto. Un ragazzo in grado di esprimere se stesso e tutto ciò che prova, arriva al punto di non provare più nulla per riuscire a sopravvivere, ma non è forse questa assenza che lo porta a compiere tale gesto?
Alla fine del film viene da chiedersi se sia soltanto questo il motivo, se in fin dei conti quello che viene mostrato non sia solo una piccola parte del mondo di Andrea e di ciò che ha vissuto. La visione della madre e non del ragazzo stesso, come se nel puzzle finale mancassero dei tasselli fondamentali per riuscire a comprendere al meglio la storia dell’infelice adolescente ora non più tra noi.
Curiosità
Claudia Pandolfi si è mostrata in lacrime sui social, dopo aver ricevuto tanti commenti degli spettatori, che la ringraziavano e le raccontavano le loro storie fin troppo simili a quella del film. La madre di Andrea Spezzacatena, che si è battuta per anni per poter raccontare suo figlio, è forse riuscita in qualche modo nel suo intento? Quello di sensibilizzare e di far sentire “capiti” alcuni adolescenti, prima che sia troppo tardi? Dai commenti che ha ricevuto l’attrice sembra proprio di sì.