- Cinema e divano

Saltburn

Titolo originale: Saltburn

Regia e sceneggiatura: Emerald Fennell

Cast: Barry Keoghan, Jacob Elordi, Rosamund Pike, Richard E. Grant

Musiche: Anthony Willis

Produzione: Regno Unito, USA 2023

Genere: Thriller

Durata: 131 minuti

Trailer

 

Trama

Oxford, 2006. Oliver (Barry Keoghan) è un ragazzo della classe media che frequenta uno dei college più prestigiosi al mondo. Il suo desiderio di una vita diversa lo porta a sviluppare una passione verso il giovane e ricco Felix (Jacob Elordi), appartenente all’aristocrazia inglese. Quest’ultimo lo invita a passare l’estate presso la stravagante e lussuosa residenza di famiglia, Saltburn.

Un’esperienza che, nel bene e nel male, lo toccherà profondamente.

Recensione

Ebbene Saltburn, un sì ma con riserva. È indubbiamente un buon film, ma vale l’hype generato dai social? Dopo il successo di Una donna promettente, Emerald Fennel ci propone il suo secondo lavoro. Una trama costruita sulla critica alle disparità socio-economiche dell’ambiente inglese e in particolare raccontate dal punto di vista del protagonista Oliver, ragazzo spaesato, senza un appiglio, senza una personalità, almeno all’inizio.

Il personaggio di Felix non è scontato. Non parliamo di un piccolo lord spocchioso e pieno di sé, ma di una persona gentile, molto ben interpretata da Jacob Elordi. La scelta del cast, infatti, rappresenta uno dei punti forti della pellicola. Barry Keoghan, nei panni di Oliver, riesce a raccogliere i favori di Felix presentandosi come un amico disponibile e povero, con una storia familiare toccante e disperata.

Co-protagonista si rivela essere indubbiamente la famiglia altolocata di Felix, assai “variopinta” come le stanze della residenza. Un’ottima interpretazione di Rosamund Pike vale da solo la visione, ma anche Alison Oliver nel ruolo di Venetia se la cava con il suo personaggio ammaccato e sintomo degli eccessi da bella vita.

Oliver prosegue nel suo tentativo di integrazione, riuscendoci ma rendendoci partecipi di alcuni suoi comportamenti che sono al limite dello psicotico., dinamicizzati all’interno di un’ideale quanto pericoloso castello di carte fatto di bugie e sotterfugi messi in atto con l’unico scopo di conquistare ciò che il cuore brama oltre il possibile. Così, da un Oliver passivo ad un Oliver calcolatore, uno sdoppiamento che dà avvio a uno sconvolgente stravolgimento narrativo.

Ciò che ha creato hype intorno al lavoro della Fannel è stato lo scandalo gratuito che sembra aver scioccato gli spettatori. All’interno del film abbiamo di fatto tre scene (necessarie?) che potremmo definire non ordinarie, ma da qui a metterle nella casella “scioccanti” il passo è lungo. Quello che il popolo comune deve focalizzare è il gioco di doppi perpetrato attraverso ottime trovate grafiche che non lasciano mai l’inquadratura completamente pulita.

Predomina il tema dell’eccesso sociale, si fa largo la buona ricostruzione di un’epoca che ritorna di moda proprio oggi. Affiorano buoni dettagli musicali, validissime interpretazioni, una trama filante eppur leggermente prevedibile. Il film esplora con estrema lentezza il tema della disperazione e del desiderio, accelerando verso la fine.

La fotografia di Saltburn è gradevolissima, la palette dei colori e i giochi di stanze e specchi si adattano perfettamente all’ambiente interno dei personaggi. Dunque da questo punto di vista si ottiene un buon feeling tra persone e cose, un Keoghan che assorbe come una spugna ogni dettaglio, tutti i particolari di una società che sembra non rendersi conto di quanta distanza mette tra sé e il mondo reale. Infine ecco lei, Rosamund Pike, che ci regala un character terribilmente sopra le righe, che regala un ulteriore squarcio su un mondo che non vive di reazioni comuni.

Saltburn riflette sul senso del prendere, del desiderare, del fare di tutto e a tutti i costi per raggiungere un obiettivo, anche se con la violenza e il sangue. Di questi tempi, purtroppo, la situazione configurata non sciocca più di tanto l’opinione pubblica.

Curiosità

I personaggi interpretati da Barry Keoghan non possono dirsi facili. Nel caso di Oliver, l’attore ha sommato le precedenti esperienze, attingendo in particolare al Martin Lang de Il sacrificio del cervo sacro per affilare le armi dell’inganno e della manipolazione.

Rosy Murrone

Rosy, classe 1998. Una piccola cinefila della Calabria. Laureata al DAMS, quello figo, quello a Bologna. Mi chiedi come vedo il futuro? Facile, alla scrivania, con la mia prima sceneggiatura pronta per essere consegnata al più famoso dei registi. Trasformo pensieri in scrittura da quando ancora prendevo il Fluimucil alla fragola. Scelgo il mondo del cinema perché è l'unico mondo nel quale mi sento completa. In quale altro posto puoi essere assolutamente te stesso e trovare comunque qualcuno esattamente come te? Datemi film e sto a posto per tutta la giornata.
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