Il primo vino che abbiamo assaggiato in questo nuovo anno è un nettare francese dall’inconfondibile stile Borgogna Côte de Chalonnaise bianco, prodotto da La Cave d’Augustin Florent nell’area transalpina più vitata, appunto la Bourgogne. Si tratta del Montagny 2018, un’AOC derivata dallo Chardonnay.
L’ottima resa del vitigno da un suolo calcareo-argilloso in terroir semplicemente perfetto trasmette tale simbiotica connessione terra-pianta nel Montagny in questione, che rivela una complessità percepibile tanto al naso quanto in bocca, ma è una rivelazione prosaica, spontanea e davvero delicata nel proprio spettro di eleganza informale. Merito innanzitutto dell’utilizzo di uve mature molto zuccherine.
Un vino fresco, da cui emergono chiari sentori di frutta esotica che si lega a una base aromatica riferibile alla pesca bianca. Un esotismo esuberante, lievemente erotico, pronto a trasformarsi in un invito afrodisiaco non appena si compie l’abbinamento ideale.
E allora si fa presto ad accompagnare al Montagny vin de Bourgogne una prima portata di tagliolini al sugo bianco di vongole, cozze e piccoli crostacei… ça va sans dire!
Carattere e struttura del Montagny
Mediamente strutturato, tendente al secco e con note di acidità solo timidamente accennate – ben minori rispetto a uno Chablis – si presenta con una dolcezza che appiana qualunque dislivello, quasi volesse accarezzare un sogno di gusto attraverso una declamazione sottovoce fortemente mineralizzata.
Il Montagny 2018 Cave d’Augustin Florent è stato ben educato, ha una propria compiuta personalità e si sente: 13% alc., temperatura di servizio fra i 10 e i 12 °C (piuttosto alta per un bianco di categoria), volontà di offrire un’esperienza non soltanto gradevole, bensì penetrante e che resta scolpita nei ricordi di tasting.
Non si può dire sia stata una sorpresa perché in tutta franchezza ci si aspettava esattamente questa qualità. E riscontrarla a Capodanno ci ha fatto veramente piacere.