La Cappella Stella Maris contiene indubbiamente il sempiterno fascino della costruzione a picco sul mare – domatrice di orizzonti, albe, tramonti e notti stellate – ma Alassio vanta un punto di interesse ancora più suggestivo poiché in posizione elevata e un po’ nascosta, la Chiesa di Santa Croce.
Osservatrice silenziosa, sovrasta dall’alto l’intero lungomare, il porto turistico e la splendida Gallinara che, con la sua tipica forma di tartaruga, nuota ferma sulle azzurre acque del golfo ligure impreziosendo l’iconica Baia del Sole.
Santa Croce è un piccolo, discreto luogo di culto – riferibile alla diocesi di Albenga-Imperia – al quale si arriva imboccando via Piave, attraversando il passaggio a livello, prendendo via Solva e infine percorrendo in salita l’Antica Strada Romana conosciuta come Via Iulia Augusta.
Si tratta di un tracciato ascendente tra pini, conifere, siepi verdeggianti, muretti e villette ombreggiate dalla vegetazione (tipica macchia mediterranea) in grado di offrire dolce riparo dalla calura dell’estate.
Storia e struttura della chiesa
Eretta dai monaci benedettini nell’XI secolo e menzionata per la prima volta in una bolla di papa Alessandro III datata 1169, la chiesa in pietra appartiene allo stile romanico. L’impianto conta naturalmente una parte absidale le cui strette feritoie appaiono nel settore inferiore, mentre in quello superiore è presente un’apertura ad arco ogivale sviluppato in mattoni fra il XIV e il XV secolo, ovvero ca. 100 anni prima del porticato. Sul lato sinistro sfoggia un portale a sesto acuto e una serie di archetti binati separati da paraste.
In sé, Santa Croce ha le fattezze di un gioiellino ecclesiastico che si fa davvero voler bene, lo dimostra l’intervento restaurativo e conservativo attuato a più riprese durante gli anni ’50 e ’60 al fine di rafforzare bellezza e solidità della facciata ma anche e soprattutto del tetto, dapprima assente come raffigurato nelle opere del pittore irlandese d’inizio Novecento Richard West. Grazie a quest’operazione l’edificio è rinato, riaperto al culto dopo secoli di inattività.
L’ambiente interno vive di estrema essenzialità: vi trovano posto due file di panche, muri spogli a fiancheggiare la navata unica, travi lignee a copertura e un minuscolo altare illuminato dalla finestra retrostante. Agli angoli un crocifisso d’ispirazione bizantina e una Madonna con Bambino.
Scendendo le scale dal portico si raggiunge la terrazza, un balcone che affaccia sulla baia e su cui troneggia una grande croce stilizzata alla base del quale due tavole marmoree recitano:
“Jesu Christo Redemptori, XIX Exeunte saeculo, XX Auspicante, Alaxiensis civitas.”
“Huic praetiosae redemptoris cruci, tertio millennio ineunte, alaxii senatus civitatem, omnesque cives consecrat.”