Dal 18 dicembre 2022 la vera Pizza Napoletana Stg, acronimo di “specialità tradizionale garantita“, vedrà ulteriormente salvaguardata la propria identità secondo un regolamento di istituzione UE atto a proteggere la ricetta originale da imitazioni e contraffazioni. In altre parole, un ristorante potrà riportare la referenza “pizza napoletana” nel proprio menù soltanto se sarà in grado di rispettare le regole del disciplinare in materia di produzione, ingredienti, metodo di preparazione e modalità di cottura.
Una grande vittoria per il Made in Italy dal momento che l’Italia aveva richiesto a Bruxelles il cambio di regime di protezione da “senza riserva del nome” a “con riserva del nome” per la Pizza Napoletana Stg. La tutela europea della pizza compare in Gazzetta ufficiale in concomitanza al Regolamento di esecuzione Ue 2022/2313 pubblicato in data 28 novembre.
Garanzia e certificazione della pizza napoletana
I locali entro confini dell’Unione Europea che dichiarano di servire pizza napoletana hanno così l’obbligo di garantire e certificare – tramite ente terzo – le caratteristiche salienti del prodotto, e fra queste il tempo minimo di preparazione espresso in ore, la stesura a mano dell’impasto, modalità di farcitura, cottura rigorosamente in forno a legna al raggiungimento di una temperatura attestata sui 485°C e un’altezza del cornicione idonea, ergo non inferiore a 1 cm e non superiore ai 2 cm.
La pizza deve essere realizzata esclusivamente con materie prime nostrane, e quindi olio evo, basilico fresco, pomodori pelati o pomodorini freschi, Mozzarella di Bufala Campana Dop o Mozzarella tradizionale Stg.
La violazione del regolamento – come scritto in nota da Coldiretti – equivale a illecito configurato da sanzionare tramite misure e disposizioni in fase di attuale aggiornamento da parte dell’Icqrf – Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi, l’organo preposto di fatto a vigilare sull’integrità e la sicurezza di un simbolo dell’italianità che ha raggiunto una fama internazionale e un blasone assoluti.
I numeri della pizza napoletana in Italia
La favola del diamante partenopeo prosegue dopo che nel 2017 l’arte del pizzaiolo napoletano era stata iscritta come Patrimonio immateriale dell’umanità UNESCO. Niente male se si pensa che in Italia ca. 8 milioni di pizze vengono sfornati ogni giorno, con un impiego annuo di 200 mln di kg di farina, 225 mln di kg di mozzarella, 260 mln di kg di salsa di pomodoro e 30 mln di kg di olio evo. Una filiera capace di generare un volume di affari di 15 miliardi di euro.
Insomma, il nuovo regolamento rappresenta un ulteriore tassello a favore della trasparenza verso il consumatore e sa di lapidario comandamento: “non nominare la pizza napoletana invano”. Scritto nero su bianco, diventa incontestabile.
