- Cinema e divano

The Monkey

Titolo originale: The Monkey

Regia e sceneggiatura: Osgood Perkins

Cast: Theo James, Tatiana Maslany, Colin O’Brien, Elijah Wood

Musiche: Edo Van Breemen

Produzione: USA, Regno Unito, Canada 2024

Genere: Horror

Durata: 98 minuti

Trailer

 

Trama

Due gemelli, dopo aver ritrovato tra i cimeli del padre una scimmietta meccanica demoniaca, assistono a una serie di morti assurde che colpiscono la loro famiglia. Ogni volta che il giocattolo viene attivato girando la chiave, la scimmia comincia a suonare una musica sinistra tramite un inquietante tamburello, a cui si sussegue sempre una morte paradossale, orchestrata da un destino che mescola incidenti domestici, coincidenze grottesche e uno humour nero da fumetto splatter.

Recensione

Diretto e sceneggiato da Osgood Perkins (Longlegs) e prodotto da James Wan (The ConjuringSaw), The Monkey si basa sull’omonimo racconto breve di Stephen King, portando sullo schermo una storia di oggetti maledetti e maledizioni familiari. Il film, che mescola horror e commedia rivelandosi più una sorta di slapstick sanguinario che un horror tradizionale (qui il sangue è a tutti gli effetti un ingrediente parodico), si inserisce nel solco delle opere dedicate ai “giocattoli maledetti” alla Annabelle, ma con un’irriverenza accompagnata da morti iperboliche alla Final Destination.

Con un approccio ironico, la pellicola non ambisce a rivoluzionare il genere ma offre un intrattenimento leggero per gli amanti del macabro senza impegno. Opta per uno stile dinamico: primi piani angolati, montaggio serrato e un uso intelligente degli effetti sonori esaltano sia le gag comiche che gli scatti splatter. La voce narrante di uno dei gemelli e i flashback spiegati a volte in modo un po’ troppo didascalico chiariscono alcune sottodinamiche della trama, senza le quali molti comportamenti dei personaggi risulterebbero privi di senso.

Perkins non approfondisce le regole della maledizione, trasformando la scimmia in un simbolo del caos, un deus ex machina che sfugge a ogni logica. Le morti sembrano essere casuali, o meglio, attraverso le parole e le situazioni in cui si ritrovano i personaggi, si lascia intuire che non sia possibile fare alla scimmia “richieste” di uccisioni specifiche. In un certo senso, è lei stessa a scegliere su chi accanirsi secondo un criterio non ben identificato.

The Monkey, comunque, non raggiunge mai veri picchi di tensione, lo stupore è generato principalmente dall’assurdità delle morti e dal contrasto tra violenza e ironia. Le situazioni macabre vengono trasformate in sketch esilaranti mentre il lato splatter, se pur presente, è dosato per non risultare disturbante. I dialoghi, scritti con un timing da sitcom dark e un forte cinismo verso la morte, sfidano il pubblico a ridere di fronte alla tragedia.

La sceneggiatura sconta una certa superficialità nella caratterizzazione dei protagonisti che sopravvivono, però, grazie a interpretazioni convincenti. Theo James, nel doppio ruolo dei gemelli adulti, delinea con efficacia due polarità: Hal, ossessionato dalla redenzione, e Bill, cinico e autodistruttivo, incarnano il classico dualismo morale tra colpa e ribellione.

Questo dualismo del “buono” e del “cattivo” rappresenta di fatto l’unica peculiarità di questi protagonisti che sono mossi da una singola motivazione atta a definire tutto il senso della loro esistenza, senza evoluzioni particolarmente complesse o interessanti. I loro sviluppi si limitano a dinamiche prevedibili, senza mai sfiorare un accenno di tridimensionalità. Anche i personaggi secondari sono funzionali ma poco memorabili, sacrificati a una trama che privilegia l’azione alla psicologia.

The Monkey non è un capolavoro, ma funziona come esperimento genre-blending. Perkins naviga con sicurezza tra citazioni horror, umorismo nero e un estetismo visivo che trasforma ogni frame in un’illustrazione pulp. È un film per un pubblico abbastanza trasversale. Consigliato a chi, senza troppe pretese, vuole godersi un paio d’ore di caos horror-comico, con la consapevolezza di aver visto già molto di simile ed è pronto a perdonarne i difetti, in nome di una scimmia meccanica che, in fondo, assomiglia tanto ai nostri peggiori incubi… se solo avessero un tamburello.

Curiosità

Osgood Perkins compare anche in veste di attore nel ruolo di zio Chip.

Alessia Cristiano

Appassionata di comunicazione e fanatica della settima arte, ho studiato marketing e strategie per i media e attualmente lavoro nelle PR per un'azienda nel settore dell'energia. La mia forte inclinazione verso il mondo dell’audiovisivo mi ha spinto a voler ampliare le mie competenze e avvicinarmi ulteriormente a questo settore. Per questo motivo mi sono rimessa in gioco con un master in “Media and Entertainment”, con l'obiettivo di specializzarmi sempre di più in ciò che desidero realmente fare. La scrittura è sempre stata per me uno strumento naturale di espressione, non solo verso gli altri ma soprattutto verso me stessa. Così, eccomi qui, a unire queste due passioni che mi hanno spinta a scrivere ancora, ma questa volta di cinema.
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