L’epica action sta lentamente tornando alla ribalta, per questo oggi più che mai c’è l’esigenza di spingere su un genere capace di appassionare un po’ tutte le platee. Un film granitico ed emblematico in tal senso resta Conan il barbaro, la pellicola del 1982 che lanciò nel panorama cinematografico l’ex bodybuilder e mister Olympia Arnold Schwarzenegger grazie alla maestria registica di John Milius.
Il sequel stand alone e il reboot di Conan
Sull’onda di quel successo da 69 milioni di dollari incassati, il produttore Dino De Laurentiis realizzò due anni dopo il sequel Conan il distruttore, al di sotto delle aspettative e scevro del roboante fascino che il precedente cult seppe attingere dai racconti fantasy di Robert Ervin Howard. Schwarzenegger era tornato nuovamente protagonista, mentre in cabina di regia Milius aveva lasciato il posto a Richard Fleischer.
La causa? Il seguito era stato concepito come uno stand alone, quindi una storia a se stante, slegata da quanto successo in precedenza e con un unico fil rouge, il mago Akiro interpretato dall’attore giapponese Makoto Iwamatsu. Il fandom ha sempre cercato invece di fantasticare sul destino del possente cimmero dopo la sua autoincoronazione a re di Aquilonia. L’epilogo che lo vede sedere sul trono, fiero, solitario e pensieroso, con capelli e barba bianca rimane un’immagine iconografica immortale.
Tolto il timido reboot Conan the Barbarian diretto nel 2011 da Marcus Nispel (debole e atona la performance di Jason Momoa), la storia è sempre rimasta sospesa, un cerchio mai chiuso, un racconto da completare. Almeno dal 2012 si discute su un vero sequel, il cui ipotetico titolo potrebbe essere The Legend of Conan (il più accreditato) o King Conan.
La carriera di Schwarzenegger aspettando re Conan
La possibilità di una messa in produzione aveva riacceso l’entusiasmo del massimo promotore del progetto, Arnold Schwarzenegger, che senza quel ruolo (aveva all’epoca 33 anni, oggi ne ha quasi 78) non avrebbe potuto avere la carriera che ha avuto.

Foto: 01 Distribution
L’attore, non abituato a lasciarsi crescere l’erba sotto i piedi, si è dato parecchio da fare nell’ultimo ventennio per arricchire la propria filmografia, specialmente in ambito action e drama. Aspettando la messa in sviluppo del “suo” re Conan, ha preso parte alla saga de I Mercenari al fianco di Sylvester Stallone, a Escape Plan – Fuga dall’inferno (2013), ai drammatici Contagious (2015) e Aftermath (2017), ridando vita al T-800 in Terminator Genisys (2015) e Terminator – Destino oscuro (2019).
L’idea di The Legend of Conan, caduta nel dimenticatoio poiché abbandonata nel 2017 dalla Universal Pictures, era tornata a incuriosire prima nel 2020 e poi nel 2023, quando Schwarzy aveva riacceso le speranze comunicando che il sequel si sarebbe fatto presto o tardi. All’atto pratico, però, esiste un ostacolo reale, non insormontabile ma difficile da superare: a detenere i diritti su storie e characters di Howard è Fredrik Malmberg, per cui lo stand-by permarrà fin quando non ci sarà una vendita degli stessi.
Sembra sia pronta dall’inizio degli anni ’80 una sceneggiatura di John Milius, che ha accumulato parecchi strati di polvere nell’attesa di vedersi tramutare in live action. Alcuni registi – secondo quanto dichiarato da Schwarzenegger alla stampa di settore statunitense – si sarebbero messi in fila per dirigere il terzo capitolo del franchise dedicato al formidabile guerriero cimmero.